Un passo dopo l'altro Porto Rubino si sta confermando un festival d'autore. Non a caso l'altra sera a Torre Ovo sulla riva dello Ionio è andata in scena la quinta sera della quinta edizione di una rassegna che Renzo Rubino (terzo a Sanremo Giovani nel 2013) si è inventato fuori dal coro e adesso continua a raccogliere frutti. E basta vedere il cast: soltanto domenica sera hanno cantato Chiara Galiazzo, Dente, Francesca Michielin, Durdust, Emma e poi lo stesso Rubino che ha anche presentato lo splendido e nuovo La madonna della ninna nanna. Ma nelle serate precedenti si sono esibiti tra gli altri, Raf, Madame, Nada, Mahmood, Niccolò Fabi... Insomma, non un cast costruito «come gli show o i radio tour di artisti che cantano solo il loro brano in promozione», come spiega Rubino. «Qui tutto è sempre suonato dal vivo», aggiunge questo cantautore del tutto anomalo, molto talentuoso ma anche atipico perché vive sganciato dalla necessità di essere sempre presente. Parla, anzi canta, quando ha qualcosa da dire. E adesso ci siamo: a inizio 2024 uscirà il suo nuovo disco a sei anni da Il gelato dopo il mare. «Per un po' mi sono distratto dalla composizione, ma a febbraio ho finito di registrare i nuovi brani». Detto per inciso, il disco è stato prodotto da Taketo Gohara, maestro all'avanguardia del pop. E poi? Renzo Rubino potrebbe puntare al Festival di Sanremo nonostante «la concorrenza» e «solo se ho una bellissima canzone».
Sarebbe la quarta partecipazione in gara all'Ariston di questo pugliese trentacinquenne che ha il dono di una scrittura leggera e poetica, ha sogni stravaganti (ad
esempio partecipare a Pechino Express con Chiara Galiazzo...) e si è costruito da solo uno dei festival più favolosi in circolazione, ma favolosi nel senso di favola che riunisce il mare, la gente e la bella musica. Mica male.
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