Roma - "Compito della maggioranza è
garantire che in Parlamento il programma del governo trovi la
compattezza degli eletti per approvarlo. Se questa compattezza
viene meno, il risultato è il non rispetto del patto
elettorale. Se ciò si verificasse, giudice ultimo non può che
essere, attraverso nuove elezioni, il corpo elettorale". Lo ha
detto il presidente del Senato Renato Schifani, intervenendo
all’inaugurazione dell’anno accademico del collegio "Lamaro-Pozzani".
Ritorno alle urne atto di coraggio "È sempre un atto di coraggio", ha
aggiunto il presidente Schifani, riferendosi al ritorno alle
urne, che sarebbe "coerenza e correttezza verso gli elettori.
Molti ordinamenti costituzionali da tempo accettano questi
fondamentali principi di una democrazia matura. La scelta dei
cittadini non va tradita, va rispettata fino in fondo senza
ambiguità e incertezze. La politica - ha scandito - non può
permettersi di disorientare i propri elettori". "Il compito del Governo è lavorare per
realizzare il programma concordemente definito al momento delle
elezioni". Lo ha detto il presidente del Senato, Renato
Schifani, aprendo l’anno accademico del Collegio Universitario "Lamaro Pozzani". "Compito dell’opposizione è esercitare il
proprio ruolo di critica e di proposta alternativa, in coerenza
con il proprio mandato elettorale", ha aggiunto il Presidente
del Senato.
Bersani: "La maggioranza ha grossi problemi" "Mi limito a considerare che questa
dichiarazione di Schifani equivale a dire: "il centrodestra ha
grossi problemi". Lo dice ai giornalisti il segretario del Pd,
Pierluigi Bersani, commentando la frase del presidente del
Senato sulla necessità che la maggioranza sia compatta
altrimenti si torni alle urne. Bersani aggiunge: "vogliamo
credere che il centrodestra assieme alla seconda carica della
Repubblica non si sentano padroni della conduzione della
legislatura. Questo sarebbe davvero singolare".
Idv: "Una minaccia" "Credo che quello di Schifani sia più di
una minaccia, è l’annuncio di una resa dei conti, è difficile
dire come si concluderà ma se il panorama è quello di uno
stillicidio nella maggioranza allora meglio andare al voto prima
possibile". Così Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera,
commenta le parole del presidente del Senato secondo il quale "se
la maggioranza non è compatta è meglio il voto anticipato".
Granata: "No a partito caserma" "Rifiutiamo l'idea che il partito sia una
caserma, sosteniamo la necessità di discutere per arrivare a un
buon risultato. Se invece prevale la sindrome del complotto
contro il presidente del Consiglio, allora siamo fuori strada".
Fabio Granata, parlamentare Pdl fra i più vicini al Presidente
della Camera Gianfranco Fini, prende nettamente le distanze
dall’ultimatum alla maggioranza del Presidente del Senato Rneato
Schifani. "Le questioni sopravvenute in seguito alla bocciatura del lodo
Alfano - si domanda Granata commentando le parole di Schifani,
ospite alla trasmissione di Youdem Punto dem serà non sono
ascrivibili come programma di governo?"
Granata, infatti, non nasconde il momento di "forte conflitto"
che si è venuto a creare nella maggioranza sul tema della riforma
della giustizia, considerata cartina di tornasole della tensione
nel partito di maggioranza relativa. E riguardo in particolare
alla proposta di legge sul processo breve, "occorre trovare la
conditio di costituzionalità e la copertura finanziaria
necessaria che non può certo essere garantita dall’idea di poter
vendere i beni confiscati alla mafia".
La Russa: "Nervi saldi e idee chiare" "Ci vogliono nervi saldi e idee
chiare: cose che non mancano al Pdl, utilizziamoli". Lo ha detto
il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, rispondendo a una
domanda dei giornalisti che gli chiedevano un commento sulle
dichiarazioni del presidente del Senato Renato Schifani che oggi
aveva espresso l’opinione che sarebbe meglio tornare alle urne
senza compattezza nel Pdl.
Processo breve distinto da riforme Politica e riforme, binomio di strettissima attualità. Il presidente del Senato torna su quanto detto ieri sulla "perdita di tempo" che
ha portato sin qui a un sostanziale nulla di fatto dall'inizio della legislatura. Ma c'è un rischio fortissimo: che l'aspra polemica in corso sul "processo breve" prenda il sopravvento facendo saltare ogni ipotesi di cambiamento. Proprio per questo Schifani esprime l’auspicio che riforme costituzionali e polemica
politica sul ddl che accorcia i processi vengano tenuti "su piani completamente
diversi", altrimenti sono a rischio anche le stesse riforme. Incontrando i cronisti a
margine di un convegno sul federalismo fiscali, Schifani spiega infatti di ritenere "che
ci si muova su piani diversi, quello del processo breve e della riforma ordinaria della
giustizia è un problema squisitamente politico. Quando parliamo di riforme
costituzionali - dice - dobbiamo volare alto, perché si tocca l’interesse superiore del
Paese. Mi auguro che questi piani vengano completamente scissi, altrimenti
continuerebbe a passare inutilmente tempo senza che si attui alcuna riforma
costituzionale".
Trovare condivisione "Mi auguro - ha aggiunto la seconda carica dello Stato - che tutti i partiti, di maggioranza e opposizione, abbiano un sussulto, non di dignità, perché non mi permetterei di offenderli, ma di volontà politica per dire basta, fermiamoci, basta al litigio, basta alle incomprensioni, riformiamo il Paese e facciamolo nell’interesse superiore dei cittadini". "I temi di politica economica e sociale - ribadisce Schifani - possono rientrare nella dialettica conflittuale fra le parti, ma sulle riforme costituzionali credo che la politica dovrebbe trovare un momento di confronto. Ci si deve confrontare e - conclude - trovare il massimo della condivisione".
Casini: trovare un'alternativa a processo breve L’Udc chiede al Pd di trovare una soluzione condivisa per evitare che il testo sul processo breve diventi legge. È l’obiettivo che il leader dell’Unione di centro, Pier Ferdinando Casini vuole raggiungere insieme a Bersani, al quale chiederà un incontro per vedere se esiste una via d’uscita possibile al testo presentato dalla maggioranza al Senato e che Casini continua a considerare una "schifezza". "Stiamo lavorando responsabilmente. Ora - ha annunciato Casini al termine di un incontro a Montecitorio con una delegazione dell’Anm guidata dal presidente dell’associazione, Luca Palamara - chiederemo un incontro al Pd per capire se è interessato a trovare una soluzione. Noi, da soli, le montagne non le possiamo spostare. Se c’è la collaborazione di tutti, una soluzione, una terza strada, forse si può trovare. Ma è chiaro che senza sponde è difficile riuscirci".
Niente doppio binario "L’idea di un doppio binario non esiste - ha poi aggiunto Casini sentenziando l’inemendabilità del testo Gasparri-Quagliariello - qui il binario è uno solo: farsi carico della posizione della maggioranza. Il resto sono chiacchiere, tanto gli italiani sanno benissimo quale è il problema.
Allora o lo si affronta in modo condiviso, oppure se non lo affronta si andrà al muro contro muro. La politica - aggiunge Casini - impone l’obbligo di assumersi la responsabilità delle scelte, anche di decisioni difficili".
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