L'atmosfera che c'era in consiglio comunale l'altra sera a Triora, nell'entroterra imperiese, avrebbe fatto impallidire anche le streghe che nel processo del 1588 hanno reso famoso il paese. L'ordine del giorno prevedeva la surroga degli ultimi sei consiglieri che nei giorni scorsi hanno rassegnato le dimissioni. La seduta è stata sospesa per mancanza di numero legale. In un'aula semideserta erano, infatti, presenti solo il sindaco e gli ultimi cinque esponenti di maggioranza che gli rimangono. Nonostante la vittoria alle elezioni comunali del 2009 il sindaco Marcello Lanza, che vantava una maggioranza di 9 voti contro 4, non ha avuto certo una vita facile. Dopo meno di un anno, ad aprile scorso, lo hanno abbandonato i primi due assessori Giampiero Alberti e Flavio Gramegna ed il consigliere di maggioranza Mirella Moraldo, che non era stata sostituita per mancanza di «non eletti» perché tutti i componenti della lista erano ormai già in carica.
«Quello che abbiamo contestato - ha detto Alberti - è l'organizzazione verticistica e riservata che portava avanti il sindaco. Noi, pur essendo i suoi collaboratori in giunta, eravamo sempre all'oscuro di tutto. Una condotta che abbiamo definito personalistica e dittatoriale». Già allora la maggioranza era così scesa a sette consiglieri. I travagli interni sono proseguiti fino alle recenti dimissioni di un altro assessore e di due esponenti di maggioranza. L'opposizione non ha così perso tempo e si è dimessa in massa, svuotando l'assise comunale dove sono rimasti solo cinque consiglieri più il sindaco.
«Queste persone vogliono distruggere un'amministrazione perché hanno personalismi e mire politiche - commenta il primo cittadino - ma Triora non è una palestra politica, qui si viene per amministrare». Ieri Lanza si è presentato dal Prefetto di Imperia che, nei giorni scorsi, aveva già ricevuto la visita dei «ribelli». «Ho voluto spiegare la situazione - prosegue Lanza - respingendo le accuse che mi sono mosse, come quelle inerenti le spese sostenute nell'ambito della mia attività istituzionale che sono in regola ed in linea con la Legge». L'unica soluzione per rimanere in carica è quindi quella che i surrogati della minoranza accettino di entrare in carica per garantire al consiglio il numero legale.
La prima seduta però è andata deserta e tutto è ora rimandato alla seconda convocazione prevista per venerdì sera. Se però la minoranza si manterrà compatta per il sindaco non ci saranno speranze, anche se in paese si parla di molti contatti trasversali.
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