Fatta la nomina, scoperto l'inghippo. E' polemica sul nuovo ministro della Funziona pubblica, Filippo Patroni Griffi. Una polemica portata alla ribalta da Report un anno fa e tornata in auge adesso, dopo la recentissima nomina a titolare del dicastero della Pubblica amministrazione. Di che si tratta? Del vizio italico del doppio incarico.
Griffi, 56 anni, magistrato e consigliere di Stato, è stato capo dell’ufficio legislativo di diversi ministri per la Funzione pubblica: da Cassese a Frattini, da Motzo a Bassanini e a Brunetta. Un curriculum di tutto rispetto. E' stato pure capo di gabinetto del ministro per le Riforme Istituzionali Amato e capo del Dipartimento per gli Affari giuridici e legislativi della presidenza del Consiglio Prodi. L’ultimo incarico che ha ricoperto è stato quello di segretario generale dell’Autorità Garante delle Comunicazioni.
Un anno fa era stato intervistato dal programma della Gabanelli in merito a un'inchiesta sui magistrati fuori ruolo. In pratica, si parlava di quei magistrati prestati temporaneamente ad altri incarichi, che continuavano comunque a percepire un dignitosissimo stipendio: centinaia di migliaia di euro l’anno. Per la precisione: 150mila euro più 200mila euro all'anno.
E' questo il caso di Griffi, appunto. Il quale, a Report (guarda il video al minuto 4.20) si era giustificato in questo modo: "Forse la cosa si può anche trasformare. La realtà è questa, cioè che messa così: tu vieni pagato da un ente e non lavori per quell’ente non si presenta molto bene, evidentemente. Se invece si cambia un attimo la prospettiva, e si considera che...
in realtà, io vengo pagato per il tipo di lavoro che svolgo e, se non fossi un magistrato, prenderei la stessa cosa, più o meno, solo che probabilmente lo prenderei tutto dall’amministrazione...in cui presto l’attività lavorativa". Insomma, per Griffi come inizio non c'è male.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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