"Io, magistrato, vi dico perché non sciopero neanche se mi sparano"

Luigi Bobbio, giudice civile del tribunale di Nocera Inferiore: "È uno sciopero che va contro la Costituzione. Alcuni colleghi dicono che sono favorevoli alla separazione delle carriere, ma hanno paura a dirlo"

"Io, magistrato, vi dico perché non sciopero neanche se mi sparano"
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Luigi Bobbio, giudice civile del tribunale di Nocera Inferiore, dopo aver ricoperto ruoli pubblici ed essere stato anche un politico di An, non ha dubbi: lo sciopero del 27 febbraio è contro la Costituzione.

“Io sono sempre stato di quest'idea, anche prima di avere la mia lunga esperienza pubblica e politica, perché non ho mai digerito un certo modo di concepire e di vivere la professione della stragrande maggioranza dei giudici”.

A cosa si riferisce?

“Al senso di superiorità, a questo atteggiamento quasi sacrale e sacerdotale, a questa vantata, ma assolutamente infondata, superiorità morale sull'universo mondo. E poi mi ha sempre disturbato la visione sostanzialista della giustizia che porta a due cose: incertezza del diritto e impossessamento delle leggi attraverso un'interpretazione che porta di fatto a riscriverle”.

Domani lei non sciopera neanche se le sparano, così ha scritto.

“Esatto, il magistrato è soggetto alla legge, dovremmo ricordarcelo sempre e invece molti lo dimenticano”.

Che idea si è fatto di questo sciopero?

“È uno sciopero fatto contro l'iniziativa legittima costituzionalmente di un potere, mi riferisco a quello legislativo, sia pure attraverso quello esecutivo, e ha un sapore di violazione della Costituzione”.

In che senso?

“Non si sciopera contro un esercizio di un potere legislativo, soprattutto quando poi l'interesse in gioco non appartiene agli scioperanti. Gli scioperanti sono destinatari di quelle scelte che il potere esecutivo e il potere legislativo ritengono di fare nell'esercizio del loro mandato. È uno sciopero già fuori della Costituzione secondo me”.

Si è scagliato anche contro la presunta schedatura dell’Anm

L’Anm sta promettendo di garantire la giornata di stipendio anche a chi dovesse scioperare.

“Vabbè, qui siamo alla miseria e alla mancanza di moralità. Parliamo di qualche decina di euro…”

Dicono che dietro ci sia la paura di un flop

“Non ci credo, anzi, questa è un'amara constatazione da parte mia, perché parte dalla consapevolezza , ma io ci vivo dentro quindi lo so bene, di quanto sia conformista la categoria, del grado di appiattimento che la stragrande maggioranza dei magistrati ha sulle iniziative delle correnti e dei capi corrente e della parte più dichiaratamente politicizzata della magistratura e quindi io credo che arriveremo a una percentuale di adesione del 90-95% insomma”.

Addirittura.

“Saremo pochissimi a dichiarare di non scioperare. Alcuni colleghi hanno detto:"Io sono favorevole alla separazione delle carriere, però mica mi posso mettere contro". E allora già questo dovrebbe dimostrare quanto sia invasivo il potere di coloro che guidano questa rivolta”.

La solita solfa della magistratura polticizzata?

“La magistratura ha una connotazione politica di sinistra, però è da tempo che ha smesso di agire in consonanza con una parte politica. Ormai da anni agisce in una chiave di assoluta autoreferenzialità, con la consapevolezza di essere in qualche maniera al di sopra di qualunque altro potere e quindi tende ad agire dal punto di vista associativo per conservare e consolidare questo potere”.

Adesso è ai livelli minimi di consenso da parte dei cittadini.

“Non gli interessa, non gli è mai interessato niente”.

Il presidente dell’Anm Parodi giorni fa ha detto che “servirebbe due magistrati morti”

“Mi raccapriccia ma non mi meraviglia affatto perché chi detiene e vuole mantenere e rafforzare il potere deve in qualche maniera avere una sua dose anche di cinismo”.

È frutto dell’alta tensione con il governo secondo lei?

“Sì ma oggi vedo nella maggioranza di centrodestra

un eccesso di timidezza e di timore nel prendere le vere iniziative per arrivare a normalizzare la giustizia, che non significa metterla sotto padrone, ma riportarla a una condizione di effettiva normalità costituzionale”.

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