Cellulari, veline e magistrati: Nordio contro la "barbarie" della gogna mediatica

Dal Centro Congressi della Fondazione Cariplo la sesta edizione della Ripartenza, l’evento nato da un’idea di Nicola Porro. Interviene il ministro della Giustizia

Cellulari, veline e magistrati: Nordio contro la "barbarie" della gogna mediatica
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Al Centro Congressi della Fondazione Cariplo di Milano si tiene la sesta edizione dell’evento “La Ripartenza, liberi di pensare” nato da un’idea di Nicola Porro, direttore e fondatore del sito Nicolaporro.it. Dopo una lunga giornata, tre tavole rotonde, la Zanzara nella Zuppa e le clamorose dimissioni "in diretta" di Vittorio Sgarbi, interviene il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

L'abuso di ufficio

Il dialogo tra Porro e il ministro è cordiale, tanto da iniziare con un brindisi. Poi Nordio tocca diversi temi, tutti molto seri: dalla riforma dell'abuso d'ufficio alla riforma della giustizia in senso più garantista. “L’abuso d’ufficio è il classico caso, oggi reato, che verrebbe sanzionato in via esclusivamente amministrativa. Siamo stati accusati - dice il ministro - di voler favorire la corruzione e addirittura hanno invocato una presunta direttiva europea contro l’abolizione di questo abuso, che non c’è. La direttiva europea recepisce un invito della Convenzione di Merida, che impone la massima severità contro la corruzione. Il nostro arsenale normativo contro la corruzione è il più severo d’Europa, ed è giusto così”. In ogni caso, Nordio è convinto che la riforma passerà senza grossi problemi alla prova dell'aula "con il plauso unanime, concorde, pacifico, ininterrotto ma non pubblico, perché molti sindaci di sinistra ti dicono sotto, sotto: hai fatto bene ma non possiamo dirlo”.

Depenalizzare i reati

Il ministro ha un'idea ben chiara: vuole stracciare un gran numero di reati e depenalizzarli. "A me piacerebbe fare un bell’invito formale - dice dal palco della Ripartenza - Mi si mandi un elenco, io lo chiederei ai magistrati, agli avvocati, ai professori universitari, agli imprenditori, dei reati che voi vorreste depenalizzare. Ho l’impressione che arriveremo al punto di prima, perché quando tocchi qualcosa, si dice ‘questo non si tocca’. C’è sempre qualcuno che protesta”. Nordio però difende la legge sul dl Rave: “Hanno parlato tanto male, però il disgraziato che si vede invaso il suo terreno dove magari ha le sue proprietà e i suoi animali da una banda di persone che fanno di tutto e di più, e magari consumano droga e ci scappa anche il morto, è una cosa che cinquant’anni fa non c’era. Quindi, non è che vogliamo criminalizzare tutto. Prendiamo atto che oggi ci sono delle forme di reato che hanno dei vuoti normativi”.

Le intercettazioni

Il ministro è ancor più duro quando affronta il tema delle intercettazioni e delle carcerazioni preventive. "Quando viene sequestrato un cellulare, non sequestri solo le conversazioni tra il proprietario e un altro utente, cosa che un pm non potrebbe fare. Ma tu sequestri una vita intera: la cartella clinica, la denuncia dei redditi, la consulenza finanziaria, la fotografia intima, la radiografia che invii al medico. Sequestri non solo la sua, ma anche quella di terze persone". E questo non va bene. "Un pm con una sola firma più prendere una vita dopodiché, visto che il segreto istruttorio in Italia è quello che è, anche due signori che non c'entrano nulla finiscono sui giornali con tutte le loro intimità solo perché sono nel telefonino del sequestrato. E tutto ciò è di una brutalità barbara che confligge con i principi minimi della civiltà giuridica e va eliminato".

Il circo mediatico e giudiziario

Nordio, prima di fare il ministro, è stato anche editorialista. Dunque sa come funzionano i meccanismi dei giornali: quando i cronisti hanno una notizia, sia essa di un'indagine oppure no, la pubblicano. È giusto? Molto di sta dibattendo in questi giorni in merito alla presunta "legge bavaglio", su cui le associazioni della stampa stanno alzando barricate. Porro domanda: sono i giornalisti ad abusare delle informazioni di segreto istruttorio o sono i pm che ci utilizzano come utili idioti per fare le loro campagne di consenso sociale? Risponde Nordio: "La seconda ipotesi, siete voi ad essere usati dai magistrati". E poi spiega perché: "Il giornalista non è mai colpevole, se viene a conoscere una notizia che dovrebbe essere riservata fa il suo mestiere e la divulga. È che non dovrebbe arrivargli. La colpa non è del cronista ma di chi gliela fa avere o di chi consente che ce la abbia". Non solo. "Quello che arriva al giornalista sono notizie selezionate e pilotate a seconda dell'interesse di chi le divulga, quindi la libertà di stampa non c'entra nulla".

La stoccata al Csm

In chiusura di intervista, Nordio lancia una stoccata al Csm. "Se noi guardiamo alle sanzioni disciplinari che sono state irrogate dal negli ultimi anni vediamo che non sempre sono conformi alle aspettative rispetto alla gravità del comportamento tenuto", dice.

"Al di là delle sanzioni disciplinari vorrei andare oltre e prendere riprendere in mano i fascicoli di quei magistrati poi oggetto di sanzioni severe: sono tutti bravissimi ed eccellenti" e questo vuol dire allora che "qualcosa non funziona nella valutazione dei magistrati", perché "non possono essere tutti bravissimi, intelligentissimi e operosissimi".

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