Gli italiani stanno con Meloni e bocciano le toghe. Il sondaggio che premia il governo

Nell'ultima rilevazione Tecnè il 50% degli intervistati dichiara di non avere fiducia nella magistratura. E sulle polemiche degli ultimi giorni si schierano con il premier

Gli italiani stanno con Meloni e bocciano le toghe. Il sondaggio che premia il governo
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Chiamati a rispondere in merito allo scontro ormai trentennale tra magistratura e politica, gli italiani, al netto di quanto sostiene la sinistra manettara, si schierano sempre dalla parte di coloro che, a torto o a ragione, hanno democraticamente eletto. La fiducia nelle toghe, minata da continui interventi a gamba tesa nei confronti dello spazio politico, continua a diminuire. E, nel merito delle ultime polemiche che hanno coinvolto Giorgia Meloni e alcuni magistrati, i cittadini non hanno alcun dubbio su chi sostenere a spada tratta. I numeri sorridono alla premier e, di conseguenza, al governo che presiede.

Questo è quanto emerge dall’ultimo sondaggio Tecnè ripreso durante l’ultima puntata di È sempre Cartabianca, il programma politico condotto da Bianca Berlinguer su Rete 4. La rilevazione ha una doppia valenza. Da un lato mostra la generale insoddisfazione dei cittadini in merito alla magistratura e al suo operato. Dall’altra, invece, dimostra come gli elettori difendano Meloni nel complicato rapporto con le toghe che negli ultimi giorni ha raggiunto livelli con pochissimi precedenti. A domanda secca, i cittadini bocciano la magistratura. Solo il 39% degli intervistati ripone la propria fiducia nell’operato dei magistrati. Dall’altro lato, invece, sono ben il 50% degli intervistati a non avere fiducia nelle toghe. Da qui la presa di posizione pro-Meloni. “In questi ultimi giorni ci sono state polemiche tra la premier e alcuni magistrati: chi ha ragione?”, chiede il sondaggio. La risposta è altrettanto limpida: Il 42% degli intervistati dà ragione alla leader di Fratelli d’Italia e, solo il 39%, prova a difendere l’attacco dei magistrati.

Il sondaggio fa riferimento al terremoto giudiziario che ha colpito il governo in relazione al rimpatrio del Comandante della prigione libica di Mittiga, Osama Njeem Almasri. La premier ha ricevuto una comunicazione di iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Roma. L’accusa è quella di favoreggiamento e peculato. Indagati per il caso Almasri risultano anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, quello della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

L’intera vicenda, giova ricordare, è nata da un esposto presentato dall’avvocato ed ex politico di sinistra Luigi Li Gotti contro il governo stesso. Una denuncia accolta senza alcuna esistazione dal procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi.

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