È in magnesio e pesa 14 grammi la stilo che viene dallo spazio

Tecno ed elegante, scrive su carta per ossidazione

Lucia Serlenga

«Se fossimo soli l'immensità sarebbe davvero uno spreco» diceva lo scrittore Isaac Asimov e lo pensano anche gli ospiti che nella «piccola Houston italiana», la Altec (Aerospace Logistics Technology Engineering Company) di Torino girano tra frammenti di navicelle, terre rosse marziane riprodotte - si testa il rover del programma dell'Agenzia Spaziale Europea ExoMars che nel 2020 avrà il compito di perforare la superficie di Marte alla ricerca di forme di vita passata o presente - tra idee di futuro che sono già in qualche modo presente, per ritrovarsi con il naso all'insù a guardare, sul soffitto, la Stazione Spaziale Internazionale.

Una riduzione, ovviamente, di quel grande laboratorio di ricerca che volteggia nello spazio, sulle nostre teste, ed è leggermente più grande di un campo da calcio, fa il giro della terra ogni 90 minuti, è permanentemente abitato da un equipaggio da due a sei persone a rotazione e vede la partecipazione di quindici nazioni tra le quali l'Italia. Ma giorni fa, il naso è rimasto all'insù anche perché un drone è calato nella sala conferenze dell'azienda - l'eccellenza italiana nella fornitura di servizi ingegneristici e logistici per l'utilizzazione della SSI e per il supporto alle missioni di esplorazione planetaria - per consegnare alla curiosità dei presenti, un oggetto piccolo ma significativo: Pininfarina Space, uno stilo avveniristico di ritorno dallo spazio dove ha viaggiato fra le mani dell'astronauta Paolo Nespoli e dei suoi compagni di viaggio durante i sei mesi trascorsi nella SSI per la missione terminata a fine dicembre scorso. Il nuovo strumento da scrittura è lieve, elegante, perfetto nella sua sintesi di design e tecnologia: pesa solo 14 grammi, è realizzato in magnesio, un metallo ultraleggero, con una punta scrivente in Ethergraf, lega metallica che permette di scrivere su carta comune per ossidazione.

La punta in Ethergraf, forgiata da artigiani orafi italiani, lascia un tratto leggero come quello della grafite e preciso come quello dell'inchiostro. E in più non si esaurisce mai. Un prodigio che funziona anche nelle condizioni ambientali delle stazioni spaziali.

«La bellezza lascia sempre un segno indelebile» sostiene Paolo Pininfarina, presidente del gruppo omonimo, ricordando il successo straordinario del progetto Segno di cui Space fa parte, nato dalla collaborazione tra Pininfarina e NapkinForever e sviluppatosi sulla condivisione della passione per l'innovazione coniugata alla qualità del made in Italy.

«Il nostro principio ispiratore deriva da Leonardo da Vinci e dal suo stilo che notoriamente aveva la punta d'argento» incalza Davide Fabi, ceo di Signature la società di Ravenna - logica conseguenza della licenza Napkin Forever del 2012 - che in joint venture con Pininfarina, produce strumenti da scrittura e oggetti da scrivania. Insomma la genialità di Leonardo ispira il futuro scrivendo il presente di due aziende impegnate a esplorare nuovi territori di creatività.

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