Marchetti: "Ho visto la morte in faccia"

"Io e altri due compagni avemmo un bruttissimo incidente in auto", racconta il portiere azzurro. "Quando vedi la morte in faccia ti scatta qualcosa dentro che non sai spiegare". Poi accenna alla polemica sul tifo-contro della Lega: "Dalle mie parti, a Bassano, si è sempre tifato Italia"

Marchetti: "Ho visto la morte in faccia"

Centurion - Ventisette anni, di Bassano del Grappa, Federico Marchetti si è trovato, all'improvviso, ad essere il portiere titolare della nazionale azzurra. Un'occasione che gli è capitata per la sfortuna di Gianluigi Buffon, che si è fatto male durante l'esordio dell'Italia contro il Paraguay. Molto emozionato ma felice per la grande occasione che gli è capitata, Marchetti affronta i giornalisti in una conferenza stampa a "Casa Azzurri": parla di sé, della sua vita di uomo prima che di calciatore. 

Ho visto la morte in faccia "Ho visto la morte in faccia, e quel giorno lo porto dentro di me". Rompe la voce per l’emozione quando accenna all’incidente d’auto in cui fu coinvolto cinque anni fa insieme a due compagni di squadra. Il portiere azzurro ha appena accennato alle sue vicende personali e ha trattenuto a stento l’emozione del ricordo.

Il racconto dell'incidente "Era marzo, io e altri due compagni in auto avemmo un bruttissimo incidente: quando vedi la morte in faccia, ti scatta qualcosa dentro che non sai spiegare e ti porti sempre dentro - ha aggiunto Marchetti - Ci siamo aiutati a vicenda, dopo, non vedevamo l’ora di avere un giorno libero per stare insieme". Ma la vita purtroppo ha riservato al giocatore azzurro altre sventure. "Ho perso due amici in altrettanti incidenti d’auto, e poi anche la fidanzata di uno di loro: sembravamo perseguitati dal destino", ha concluso commosso il portiere del Cagliari e della Nazionale.

L'impegno con la Nuova Zelanda Da quel giorno Marchetti vive ogni giorno cercando di spremere al massimo ogni singola ora di vita. Domenica, contro la Nuova Zelanda, ci saranno novanta minuti decisivi per il futuro della nazionale in questi Mondiali sudafricani: "Sono sicuro che i miei amici mi stanno guardando da lassù e sono certo che sono contenti per me", ha detto il portiere azzurro, che su un braccio si è fatto tatuare i nomi dei suoi amici scomparsi e sull’altro porta il testo dell’Ave Maria. "Sono convinto che qualcuno mi protegge".

Quella Padania che tifa Italia  C’è una Padania che via radio tifa contro l’Italia, e c’è un Nordest che non ci pensa un attimo a fare il contrario: "Di questa storia non so molto: so solo che dalle mie parti tutti noi ragazzi non vedevamo l’ora del Mondiale per tifare Italia". "Forse saranno cambiati i tempi, eppure non sono così vecchio - ha concluso Marchetti - Sono questioni politiche, e non voglio entrarci: so solo che ho sempre tifato Italia e non ho mai avvertito tifo contro".

Portiere per caso Sul mercato il cartellino di Marchetti vale tra i 12 ed i 15 milioni di euro, niente male per uno che da ragazzo giocava in attacco: "Ho iniziato a giocare in porta per caso", ha detto, "giocavo in attacco ma un giorno, giocando con la squadra del paese, pioveva parecchio e

tante mamme non fecero uscire di casa i figli. Tra questi c’era anche il portiere, così in porta ci andai io e fu in quel giorno che mi innamorai di questo ruolo". E di strada, da allora, ne ha fatta davvero tanta.  

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