«È un grandissimo giorno, finalmente l’Auto è libera, in futuro non si dovrà più preoccupare di impattare su Iveco e Cnh...». È un Sergio Marchionne raggiante e come al solito combattivo, nonostante la lunga trasvolata atlantica notturna, quello che si è presentato ieri all’assemblea degli azionisti ai quali ha spiegato le ragioni che hanno portato alla divisione in due del gruppo: Fiat Spa, con auto, componentistica e quota in Rcs; Fiat Industrial, che significa camion, trattori, macchine movimento terra e una parte di Powertrain Technologies. «È un’assemblea storica - ha esordito il presidente John Elkann, alla sua sua prima assise al vertice del gruppo - : siamo chiamati a dar vita a due Fiat, una legata all’Auto, che con Chrysler si è molto rafforzata; e l’altra (Industrial), meno conosciuta, ma una delle società più grandi al mondo con 60mila dipendenti e 30 miliardi di fatturato. Saranno due Fiat forti e ambiziose ». In più, grazie alla separazione, avranno maggiori possibilità di stringere alleanze. Come era prevedibile, l’amministratore delegato della Fiat, che ha più volte abbracciato il giovane presidente rimarcando in tal modo di essere in piena sintonia con la famiglia Agnelli, non si è limitato a entrare nei dettagli dello scorporo, soffermandosi più volte sui temi spinosi del momento: il piano Fabbrica Italia, il caso Pomigliano, la minaccia di uscire da Confindustria, il crollo delle vendite di auto,l’integrazione con la Chrysler. Tassello centrale del gruppo resta l’Alfa Romeo, nonostante l’interesse della Volkswagen che Marchionne non ha celato («a bussare non sono stato io..»). Fiat e Fiat Industrial (in pratica la risposta di Marchionne alla richiesta di chiarimenti da parte della Consob) cominceranno a operare con un indebitamento netto industriale pari a 2,5 miliardi per ognuno dei due gruppi visto che il target attuale del Lingotto, per il 2010, è superiore a 5 miliardi. Sui tempi della scissione, la richiesta di quotazione di Fiat Industrial in Borsa verrà presentata entro fine settembre; l’attesa è che sia approvata entro il 30 novembre. Ciò permetterà la stipula dell’atto di scissione a metà dicembre e di rendere efficace l’operazione dal primo gennaio 2011. La quotazione delle azioni Fiat Industrial in Borsa ( «solo a Milano») partirà ufficialmente il 3 gennaio prossimo. Non è mancato il messaggio rassicurante di Marchionne ai lavoratori del gruppo, visto che la scissione, a suo parere, garantirà «nel medio e nel lungo termine, un porto molto più sicuro». Il top manager ha quindi ribadito la sua intenzione di portare avanti il progetto Fabbrica Italia, per dirsi poi ottimista sulla possibilità che Federmeccanica e sindacati trovino un accordo allo scopo di definire una normativa specifica per il settore auto. Infine, per restare in argomento, l’intenzione del Lingotto di lavorare insieme con Confindustria e Federmeccanica per trovare una soluzione che eviti l’uscita del gruppo dal sistema confindustriale. Una volta chiusa la partita di Pomigliano, ovvero dopo aver verificato l’applicabilità dell’accordo con i sindacati (Fiom esclusa), sarà invece affrontata la destinazione dei nuovi prodotti a Torino.
Commentando, in chiusura, i dati negativi sulle consegne di auto in Europa (-12,9% in agosto), Marchionne ha ribadito che è necessario aspettare che il mercato recuperi in maniera «naturale», dal momento che gli incentivi hanno solo drogato le vendite.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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