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MARILYN

La bionda svampita, sex symbol cinematografico di tutti i tempi, l'attrice che con il suo candore ha sempre manifestato una carica erotica e una sessualità prorompente capace di fare impazzire gli uomini di tutto il mondo si ripresenta al pubblico sotto nuove spoglie.
Se Norma Jane, nel lontano 1946 decise di abbandonare gli abiti della ragazza orfana, di padre sconosciuto per vestire le gonne plissettate delle dive, Marilyn Monroe, sulla scena del Teatro Verdi, si toglie la maschera; sarà Lucilla Giagnoni la protagonista di Marilyn, lo spettacolo che, scritto dall'attrice in collaborazione con la regista Michela Marelli, in scena fino al 10 febbraio nella sala di via Pastrengo, dipinge l'autenticità dell'artista, dell'attrice allo stato puro, della scrittrice, ma ancor prima della donna, ben distante dai soliti stereotipi.
Avvalendosi delle disparate biografie dell'attrice, la coppia di artiste si è resa conto di come l'immagine della diva, costruita, ben strutturata e così venduta al pubblico, fosse ben distante dalla natura reale della signora platinata.
«Fare Marilyn è un gioco molto pericoloso, è una trappola - dichiara Lucilla Giagnoni che, senza forzature, in controluce assume i tratti della diva. Prima di salire sulla scena vado dal parrucchiere, mi trucco, mi vesto come se fossi proprio lei e posso assicurare che è molto faticoso; d'altra parte anche la Monroe investiva tempo e molto denaro per interpretare il suo personaggio».
Perché Marilyn era un personaggio costruito per compiacere al suo pubblico. «Non ha bisogno di riscattarsi agli occhi del pubblico: per lei sia uomini, sia donne hanno provato un amore incondizionato, ha toccato le corde di tutte le categorie sociali, catalizzando la luce». Classica la domanda che potrebbe porsi un'attrice di fronte ad un fenomeno così sublime: cos'aveva lei che io non ho? «Le attrici che recitavano al suo fianco, pur brave e belle, risultavano opache: lei era avvolta dal mistero, era il frutto di un'alchimia speciale tra la vita vissuta e l'incapacità di viverla».
Protagonista di un'escalation esistenziale, Marilyn si è legata dapprima al vicino di casa per poi condividere il suo percorso con un campione di baseball; scegliendo la cultura e l'aspetto intellettivo Norma Jane è stata compagna di letto di Arthur Miller per poi approdare all'Olimpo avvicinandosi ai Kennedy. Marilyn cercava negli altri la conferma di sé, mantenendo la purezza e la corruttibilità di una rosa che perde immediatamente il profumo.
«Arrivando troppo in alto la bionda si è bruciata e lì si è congelata senza scendere a miserevoli compromessi con la vecchiaia: “Ho passato gran parte della mia vita in ginocchio e non per pregare”. Era consapevole della sua vita dissoluta, poco etica e lontano dalla morale».
Sulla scena la Giagnoni, oltre a vestire i panni del sex symbol, dà vita anche a quei personaggi che Marilyn ha incontrato durante la sua vita, raccontando le varie fasi esistenziali, in un abile intreccio con la storia di Quando la moglie è in vacanza.

Accompagnata da un canto lirico, da una grande poesia, Norma giunge al primo contratto e diventando Marilyn, tocca il sublime.
Marilyn
Teatro Verdi
via Pastrengo 16
Fino al 10 febbraio
Orari: feriali ore 21
Domenica ore 16.30
Tel. 02-6880038
02-27002476

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