Da Mark Hateley al «salvaslip» esercizi in versi

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Qualcuno forse ricorda l'atletico centravanti inglese Mark Hateley: nel Milan pre-Sacchi collezionò infortuni e rari gol. Soltanto Michele Mari poteva dedicargli un «poema in endecasillabi sciolti», l'Atleide, in 1148 versi di conio omerico cantando «la classe immensa il fiero sguardo.../ del colpitore di palloni.../ che tante meravigliando addusse/ sfere impetuose in rete».

Voluttuosamente fuori moda, gonfia di riti retorici, svariando tra Leopardi e «il salvaslip che serve a la tua sorca», tale poesia esalta la soverchiante virtù linguistica di Mari, è una pernacchia in faccia ai lirici di oggi.

Davide Brullo

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