Ieri, Mauro Masi, facendo gli scatoloni, ha chiuso la sua breve e accidentata stagione nella televisione di Stato. Dopo aver dato ufficialmente le dimissioni, ha lasciato lazienda per avviarsi verso la Consap, oscura società di Stato che andrà a dirigere, ben pagato, lontano dai riflettori luminosi della Rai. E, con una velocità fulminante che non è consona al pachiderma televisivo, sono state avviate tutte le procedure per nominare il successore: Lorenza Lei, primo direttore generale donna della storia di viale Mazzini. Probabilmente qualcuno era così desideroso da mettere una pietra tombale sullera Masi da evitare ogni lungaggine: oggi pomeriggio ci sarà (anticipato di un giorno) il Cda che designerà il sostituto. Poi domani mattina verrà proposta una rosa di nomi allassemblea totalitaria dei soci con i rappresentanti del Tesoro e della Siae che sceglierà il candidato. Subito dopo si riunirà nuovamente il Cda di Viale Mazzini per ratificare la nomina.
Tra laltro, Lorenza Lei, ben vista in azienda perché cresciuta professionalmente dentro la Rai (adesso è vice direttore generale), rischia di ottenere una designazione allunanimità (o comunque con unampia maggioranza) da parte del consiglio di amministrazione. Con un consenso così forte alle spalle, avrebbe maggiore agio nel mettere le mani nei complessi problemi della Tv di Stato e nelle questioni lasciate aperte da Masi, prima di tutto i conti economici, poi le nomine nelle reti ancora senza direzione, i palinsesti autunnali e i contratti ai giornalisti e personaggi star come Floris, Dandini e Gabanelli.
La Lei incasserà i voti dei consiglieri dellarea di maggioranza, da Antonio Verro (pure lui in origine candidato alla direzione generale) ad Alessio Gorla a Giovanna Bianchi Clerici che già una volta laveva proposta, ad Angelo Maria Petroni. Appoggio certo (data la comune vicinanza al mondo cattolico) del rappresentante in quota Udc Rodolfo De Laurentis. Dovrebbero votare a favore il presidente Paolo Garimberti e pure il consigliere di minoranza Nino Rizzo Nervo che ha espresso la sua stima per la Lei ma ha sottoposto il suo voto alla condizione che il nuovo dg non sia sottoposto «agli stessi vincoli politici e di debole autonomia che aveva Mauro Masi».
Comunque vada, lattuale vice dg delegato alle risorse umane, dovrà rimettere in moto unazienda che negli ultimi due anni si è impantanata nelle diatribe con pochi personaggi: Santoro e Floris in testa, lasciando per strada i problemi strutturali e soprattutto, la pianificazione futura di unazienda che si deve modernizzare.
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