«Mastella fa visita al pg col senatore inquisito»

Marianna Bartoccelli

da Milano

Si respirava aria di grande festa al tribunale catanese giovedì scorso. Telecamere di tutti i tipi, Rai, Sky, ma anche le piccole emittenti locali, agenzie, giornalisti della carta stampata, tutti a mettere sotto l’obiettivo l’arrivo del ministro di Giustizia Clemente Mastella in occasione dell’insediamento del nuovo procuratore generale, Giovanni Tinebra, che dopo un lungo periodo di «emigrazione» romana come direttore del Dap, è tornato nella sua città. Per la festa di insediamento il nuovo procuratore generale aspetta davanti all’ingresso del Tribunale il ministro «che è stato così gentile da essere venuto a trovarmi», spiega lo stesso Tinebra.
E così i flash riprendono il ministro che scende dalla macchina blu, il procuratore che aspetta sule scale e poi l’ingresso nell’ascensore per salire al piano di sopra.
E le telecamere delle televisioni riprenderanno anche la terza persona che sale in ascensore con i due. Nessuno stupore, si tratta del braccio destro siciliano del ministro Mastella, Nuccio Cusumano, nato democristiano ma che dopo molte peripezie - anche giudiziarie - è salito ai vertici del partito del Guardasigilli. Anzi nella nuova maggioranza occupa un posto di rilievo, essendo il presidente della Commissione Agricoltura.
Nessuno sembra farci caso, ma poi nelle cronache di ieri mattina il corrispondente catanese di Radio Radicale, Sergio Scandurra, mette in evidenza questa presenza negli stessi spazi accanto al procuratore generale del Tribunale che in questi giorni deve emettere una sentenza proprio su Cusumano. «Sembra azzardato chiedersi se da parte del ministro vi sia stata una caduta di stile?» è il commento del cronista. Nascono le polemiche e ieri la notizia viene smentita dal ministero che con una nota spiega che «il ministro ieri a Catania ha avuto solo un incontro riservato al quale hanno partecipato, oltre allo stesso Guardasigilli, il procuratore generale Tinebra e il presidente della Corte d’appello Guido Marletta. Nessun altro, a nessun titolo, ha partecipato». Ed è probabile che nelle stanze al primo piano ci sia stata una riunione limitata agli addetti, ma a chi chiede al Procuratore Tinebra se accanto al ministro negli altri momenti c’era anche il senatore siciliano, la risposta non può che essere positiva, anche se seguita da un «sono stato molto onorato dalla visita del ministro, c’era tanta gente». Così il caso è aperto, e non è certo una novità per molti politici siciliani.
Spesso i procuratori palermitani si sono trovati in pubbliche manifestazioni accanto al governatore della regione Totò Cuffaro, imputato in un processo per favoreggiamento all’organizzazione mafiosa, messo in piedi proprio dalla loro procura. Il processo a Cusumano risale al 1998, quando il politico siciliano, allora sottosegretario al Tesoro dell’Udr (ministro Carlo Azeglio Ciampi) viene arrestato non godendo di alcuna immunità parlamentare. Con lui è arrestato anche l’allora assessore all’industria Giuseppe Castiglione sempre dell’Udr e viene imputato il senatore Pino Firrarello, che non va in carcere per il no del Parlamento. I due entreranno poi in Forza Italia, mentre Cusumano diventa uno dei protagonisti dell’avventura mastelliana. Castiglione verrà in seguito scagionato da ogni cosa mentre per Cusumano e Firrarello l’accusa dai reati di mafia è derubricata e resta l’imputazione per turbativa d’asta.
Un processo come tanti altri che dura da ben 8 anni e che mette insieme politici, imprenditori di grandi aziende nazionali, e anche rappresentanti di società cooperative. In mezzo la storia della costruzione di un grande ospedale.


Storie complesse che dovrebbe chiudersi entro pochi mesi nel tribunale dove il ministro di Giustizia si reca in visita dimenticando forse che il suo esponente di partito finita la festa torna sul banco degli imputati in attesa di giudizio.

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