In via Mecenate le poesie geometriche di Carla Badiali

La galleria fondata da Giuseppe Lezzi dedica una retrospettiva all'astrattista comasca Carla Badiali

In via Mecenate le poesie geometriche di Carla Badiali
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Un fil rouge tra arte contemporanea e arte storicizzata lega ormai da tempo il programma della M77 Gallery, uno degli spazi più interessanti della città situato nell'ex area industriale di via Mecenate, a Milano.

Dopo i focus su Tino Stefanoni, Giosetta Fioroni, Emilio Isgrò, Mat Collishaw e Tano Festa, la galleria fondata da Giuseppe Lezzi dedica una retrospettiva all'astrattista comasca Carla Badiali, figura di spicco nella pittura del dopoguerra di cui si è appena celebrato il centenario della nascita con il catalogo generale edito da Silvana Editoriale. La mostra, intitolata «Geometria e Poesia», è a cura di Luigi Cavadini, critico e storico dell'arte che ha coordinato la stesura del Catalogo generale dell'artista di Novedrate, grande protagonista di quell'astrattismo geometrico che proprio sulle rive del Lario ha avuto i suoi esponenti più interessanti come Aldo Galli, Mario Radice e Manlio Rho. La sua specificità si è declinata soprattutto a partire dalla metà degli anni Trenta nel campo del disegno tessile, inizialmente come coordinatrice di uno dei laboratori già attivi e affermati in città (Castelli e Bari) e poi con un proprio studio di progettazione che servirà numerose e importanti aziende di stampa su seta. La svolta fu l'adesione al gruppo «Valori Primordiali», di cui fanno parte anche Terragni e Lingeri, e due anni dopo la stesura del «Manifesto del Gruppo primordiali futuristi Sant'Elia». Un'evoluzione che la condurrà alla partecipazione ad una serie di prestigiose esposizioni tra cui la III Mostra del Sindacato Nazionale di Belle Arti nel Palazzo dell'Arte di Milano nel 1941, la XXIII Biennale di Venezia nel 1942, la IV Quadriennale nazionale d'arte di Roma nel 1943. La mostra antologica di via Mecenate rappresenta una chicca per gli amanti non soltanto dell'astrattismo, esponendo una cinquantina tra dipinti, disegni e collage che ripercorrono l'intera carriera di Badiali lungo ben sei decenni di attività, dalla prima metà degli anni Venti fino alla fine degli anni Ottanta.

Il percorso si apre con la fase legata alla figura, riconducibile a un breve arco temporale, all'incirca tra il 1925 e il 1932, tra cui spicca il delicato «Autoritratto» (1926), un pastello colorato su carta e prosegue con il suo ingresso nell'ambito dell'arte astratta, tra il 1932 e il 1934, benché come lei stessa ha più volte sostenuto «non sono mai passata da un periodo figurativo a uno astratto. Ho cominciato subito con le composizioni astratte».

Particolarmente significativo è il ciclo di opere del decennio tra gli anni Trenta e Quaranta, le «Composizioni», dove gli elementi di libera geometria vengono esaltati dalle combinazioni cromatiche. Ben rappresentati in mostra anche i collage, che l'artista considerava lo strumento più immediato, forse più efficace del disegno, per assegnare alle forme la loro giusta collocazione.

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