Medicina: la quantità giornaliera di sigarette è scritta nel Dna

Pubblicata nuova ricerca basata sul confronto del genoma di migliaia di individui. Coinvolte tre «regioni»: una associata al numero di sigarette, una alla precocità del vizio e la terza con la capacità di smettere

ROMA - Il numero di sigarette che una persona fuma, così come la difficoltà a smettere, potrebbero essere scritti nel Dna. A dirlo è uno studio pubblicato su Nature Genetics, che ha confrontato il genoma di migliaia di individui.
A portare avanti l'analisi un consorzio di ricercatori chiamato «Tobacco and Genetics Consortium», nel quale lavora anche Pier Mannuccio Mannucci, direttore del Dipartimento di medicina dell'Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Gli scienziati hanno individuato tre regioni genetiche coinvolte: una è associata con il numero di sigarette fumate giornalmente, una con la precocità di inizio dell'abitudine a fumare e la terza con la capacità di smettere permanentemente il vizio. In particolare, le varianti genetiche associate al numero di sigarette si trovano nella stessa porzione di Dna che contiene il gene del recettore per la nicotina: quest'ultimo, secondo un precedente studio, è in grado di condizionare la dipendenza da nicotina e l'insorgere del tumore del polmone.
Secondo gli esperti del Consorzio, la loro ricerca potrebbe servire a capire meglio il meccanismo molecolare della dipendenza dal fumo di sigaretta, e a trovare nuovi metodi per aiutare chi vorrebbe smettere.
«Naturalmente - spiega Mannucci - questi studi possono anche aiutare a individuare chi è più a rischio di dipendenza dalla nicotina, e quindi la maggior difficoltà a smettere di fumare.

Essi non devono però nè condizionare nè focalizzare solo su alcuni individui più a rischio la promozione dell'astinenza e/o sospensione dal fumo, che deve essere perseguita energicamente in tutti, indipendentemente dalla loro genetica».

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