Cartelle cliniche elettroniche, lastre da inviare via banda larga da un ospedale all’altro, liste d’attesa più snelle. E ancora, ricoveri lampo in ospedale, potenziamento dell’assistenza a domicilio e creazione dei cosiddetti low care, gli ospedali a bassa intensità di cura per i malati cronici. Ecco le principali sfide della sanità lombarda nei prossimi cinque anni. Riforme che dalla fine di dicembre saranno messe in pratica dai nuovi super manager di ospedali e Asl. Dopo una seduta fiume, il Consiglio regionale ha approvato il piano socio sanitario, il documento che detta le linee guida delle politiche sanitarie e che ha in programma anche nuovi criteri per determinare le tariffe in modo più equo, in base a reddito e composizione famigliare.
Le parole d’ordine sono due: telemedicina e continuità assistenziale. Vale a dire che il paziente non verrà lasciato solo dopo i due o tre giorni di ricovero in ospedale, ma sarà seguito in ogni tappa della sua malattia, sia in strutture che possono garantire l’assistenza infermieristica, sia a casa. Grazie a mini apparecchi che il malato indosserà sotto i vestiti, i medici potranno controllare sui monitor dell’ospedale il suo battito cardiaco, la sua pressione e i suoi valori. "Faremo in modo - spiega l’assessore lombardo alla Sanità Luciano Bresciani - che la malattia cronica non degeneri in episodi acuti e non si aggravi. Useremo più tecnologie e per la prenotazione degli esami e delle visite creeremo tre corsie a diverse velocità, in base al livello di urgenza". Dal Pirellone arriva una garanzia: il capitolo sanità non subirà tagli in bilancio, nemmeno di un euro.
Il piano non è piaciuto alle opposizioni che lo hanno giudicato "illegittimo e poco condiviso": il Pd ha tentato anche di farne slittare l’approvazione senza tuttavia riuscire a fermare i lavori in aula. Bocciata anche la proposta di attuare il voto segreto per approvare il piano.
Ed ora sono state appianate anche tutte le divergenze all’interno della maggioranza. Alcuni consiglieri del Pdl hanno chiesto di dare più spazio al capitolo del "sociale" all’interno del piano. Carlo Saffioti ha sollecitato ad aumentare le risorse per la psichiatria. Ed è stato presentato un ordine del giorno per fare i modo che, d’ora in avanti, i direttori sociali delle Asl si possano relazionare direttamente con l’assessorato alla Famiglia. Aggiustamenti compiuti, il piano è pronto per essere declinato. "Finora il comparto sociale e socio sanitario - spiega l’assessore alla Famiglia Giulio Boscagli - sono stati letti in modo frammentato, con il loro ventaglio di offerte che va dai servizi agli anziani a quelli per i disabili e a quello delle famiglie. Il nostro obbiettivo è superare questa classificazione, con una normativa di ampio respiro che ci auguriamo di portare in Consiglio già l’anno prossimo".
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