Maltempo Cadore, la tromba d'aria devasta tutto: il tragico bilancio

Disatro meteorologico nel bellunese: ennesima conta dei danni per gli agricoltori dopo la tempesta Vaia di cinque anni fa. Zaia proclama lo stato d'emergenza

Maltempo Cadore, la tromba d'aria devasta tutto: il tragico bilancio
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Nei giorni in cui la maggior parte d'Italia sta vivendo l'emergenza caldo, nel Nord Est si torna invece a vivere l'incubo del maltempo. È successo in varie aree alpine e prealpine in Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia. L'epicentro della tromba d'aria è situato sulle Dolomiti, dove i danni più vistosi si registrano nell'Agordino, nel Cadore e nel Comelico, con oltre un centinaio di interventi dei Vigili del Fuoco. In tutto il Veneto, sono intervenute squadre con 200 operatori e sette autoscale. L'emergenza ha coinvolto infatti 24 distaccamenti volontari e i comandi di Belluno, Treviso, Padova, Vicenza e Verona. Nelle scorse ore sono stati aperti i Centri operativi comunali (Coc) a Santo Stefano Cadore e Calalzo, entrambi nel Bellunese. Colpita anche l'area del lago di Carezza, dove violente raffiche di vento hanno causato la caduta di una cabina dell'impianto di risalita Laurin I, colpita dagli alberi. Nessun ferito è stato registrato. Nel frattempo, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha firmato lo stato di emergenza.

La conta dei danni nel Cadore

Coldiretti ha segnalato ben 24 tempeste di vento e grandine. In un solo giorno, nelle regioni del Nord Est, il maltempo che ha abbattuto boschi, scoperchiato edifici, stalle e malghe e danneggiato le coltivazioni. "Una tromba d'aria si è abbattuta nei boschi del Cadore abbattendo centinaia di alberi come era avvenuto per la tempesta Vaia - sottolinea la Coldiretti -. Ci vorranno 30-40 anni per ricreare il bosco mentre la grandine ha devastato prati e pascoli. Ma cadute di alberi a causa del vento si registrano anche in val di Fassa e in alta val di Fiemme in Trentino ed anche in Friuli Venezia Giulia".

Inevitabile che per molti abitanti si debba ritornare con la mente a quello che successe cinque anni fa, con la tempesta mediterranea avvenuta tra ottobre e novembre 2018, con raffiche di vento a livello uragano e forti piogge, che avevano provocato danni da inondazioni e schianti da vento in Francia, Italia, Croazia, Austria e Svizzera. "Molte aziende agricole sono rimaste senza corrente elettrica a causa della caduta degli alberi sulle linee. Il maltempo - prosegue la Coldiretti - si è abbattuto su città e campagne con abbondanti grandinate che sono l'evento climatico avverso più temuto dall'agricoltura in questa fase stagionale per i danni irreversibili che provoca alle coltivazioni in campo. I tecnici della Coldiretti sono al lavoro per la ricognizione dei danni".

Danni ingenti per l'agricoltura

Anche Cia Veneto ha dichiarato di temere "danni ingenti" all'agricoltura regionale. "Oggi sempre di più l'imprenditore agricolo interviene direttamente sul campo per tentare di salvare il salvabile allorché accadono tali eventi", dichiara il presidente della Confederazione Italiana Agricoltori del Veneto, Gianmichele Passarini.

Tra gli effetti rovinosi dei fenomeni atmosferici in atto, aggiunge Passarini, "sono da annoverare queste vere e proprie tempeste perfette, che dove colpiscono distruggono tutto: in pochi minuti svanisce il lavoro di un’intera stagione. Alle istituzioni - conclude - chiediamo una vicinanza concreta, pure con adeguati sostegni economici, in un momento oggettivamente difficile per il settore, sia bellunese che veneto".

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