Michael Bublé: l’erede di Sinatra ammalia New York

Pubblico (femminile) in delirio, al Radio City Music Hall

Michael Bublé: l’erede di Sinatra ammalia New York

New York - Ironico, gigione, seducente con le donne e maligno con i loro mariti. L’altra sera Michael Bublé, l’erede di Frank Sinatra, ha entusiasmato il pubblico del prestigioso Radio City Music Hall. Dove il «crooner» si è fatto accompagnare da quattordici incredibili musicisti, per intrattenere un pubblico di qualche anno più adulto del trentunenne cantante canadese con la voce d'oro. Una voce che, insieme alla sua classe di «entertainer» vecchia maniera e di fenomeno musicale, ne ha fatto il nuovo re della tradizione musicale americana pre-rock.

Ascoltando Bublé, le signore in abiti lunghi, gli uomini in giacca e cravatta (come lui), un'aria da ufficio e abiti forse troppo sexy per le cinquantenni, gli americani tornano al tempo in cui Las Vegas, Atlantic City e il Radio City newyorchese offrivano la voce di quei Frank Sinatra, Dean Martin o Tony Bennet...
Certo, Bublé si giova della perfetta campagna pubblicitaria che i suoi due padrini, Paul Anca e David Foster hanno allestito già da qualche anno. Ma tutto questo non basterebbe a farne l'erede di Sinatra e Bennet.

Mercoledì Bublé ha flirtato con le donne, ricordando agli uomini che anche lui è fatto di testosterone. Certo, quarant'anni fa Bennet o Sinatra non avrebbero mai osato camminare tra il pubblico e farsi baciare, rivelando poi sul palco, che una lady gli aveva accarezzato il sedere «mandandolo in brodo di giuggiole». Ma anche quando si atteggia a «bad boy», Bublé si fa perdonare, anzi piace forse di più. Basta che intoni un brano qualunque, magari del suo terzo album Call me irresponsible, salito al primo posto nella classifica pop americana, per ricordare a tutti che la sua voce, seppur giovane, non ha eguali nel mondo dello swing. Harry Connick Junior gli si avvicina, ma Bublé è unico.

Mercoledì sera, ad esempio, ha stuzzicato il pubblico femminile dedicando un brano alle donne che avevano tradito il marito con un uomo più giovane (alcune sono saltate in piedi alzando le mani), e poi cantando Me and Mrs. Jones, scritta nel 1972 da Billy Paul. Poi è stata la volta di una perfetta imitazione di Elvis Presley con That's all right prima di passare a Try a little tenderness, vecchia melodia anni Trenta, poi rivisitata da Otis Redding. Poi si è rivolto al pubblico maschile: «So che molti sono qui stasera perché le vostre mogli vi hanno trascinato di forza, ma adesso tirate fuori il testosterone», ha provocato gli uomini, invitandoli ad alzarsi in piedi a cantare. Ma quando i mariti gli hanno obbedito, Bublé ha intonato YMCA, il famosissimo brano del gruppo gay Village People.
Dal suo debutto, qualche anno fa, in sale mezze vuote, Bublé è cresciuto ed è cambiato: è dimagrito, è diventato più aggressivo, ha imparato i trucchi dello showman. Non frequenta Hollywood, non sbatte la sua vita privata in prima pagina (è innamoratissimo della sua fidanzata, l'attrice Emily Blunt, vista in Il diavolo veste Prada) vive a Vancouver e viaggia in Vespa.

«Lavoro come un pazzo, ma non scendo a compromessi», ha assicurato durante il suo show.

«Sono convinto che le persone oneste, i lavoratori, col tempo verranno premiati. Non voglio essere famoso per essere stato visto in una certa discoteca o a un certo party, ma per la mia voce. Forse non è la strada più veloce per aver successo, ma non mi brucerò».

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