Per anni l'arredamento moderno ha vissuto nel non colore. Il tutto bianco, per la verità sempre elegante, tiene ancora nelle fasce alte della casa borghese e ricca: i divani di fattura artigianale coperte da fodere in cotone o lino, pareti e soffitti candidi, d'obbligo alcuni pezzi in stile e i tappeti orientali. Il moderno qui può vivere come massimo nelle lampade. Ma per fortuna ci sono anche i giovani, quelli che hanno una casa legata all'attualità, con nulla di sacrale, con quasi niente che si rifà al passato tranne che per certi pezzi appartenuti alle madri e alle nonne prima.
Quello di oggi è proposto dai designer in una vasta gamma di tonalità, soprattutto per questioni commerciali, perché più ampia è la collezione di tinte, più compratori si troveranno. Certamente i toni accesi vanno bene per «rompere» certe situazioni d'arredo un poco monotone, e distribuiti nei diversi locali contribuiscono a creare in un appartamento una certa vivacità e una qualche freschezza. Un discorso a parte lo fanno le fanno quelle tinte che gli americani definiscono «gelato» e che noi chiamiamo «sorbetto» o pastello. È tutta una gamma che vive più discretamente, che si sposa bene con diversi materiali e che si fonde bene in tanti apparecchi ed oggetti per la casa. La chiave del successo di queste tinte sta nella loro freschezza, di avere dei contenuti anche rétro, di possedere un pizzico di romanticismo, di non urtare contro tinte fondamentali da anni nella casa italiana.
(hanno collaborato:
Albino Boffi
e Gabriella Kuruvilla)
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