Migranti, Medici senza frontiere non ci sta e accusa la Ue: "Complice di stupri e torture"

Dopo il rifiuto a firmare il codice di condotta, la ong attacca a testa bassa i leader Ue: "Alimentano il business della sofferenza". E torna a chiedere corridoi sicuri per far arrivare i migranti in Europa

Migranti, Medici senza frontiere non ci sta e accusa la Ue: "Complice di stupri e torture"

"I governi europei alimentano il business della sofferenza in Libia". In una lettera aperta ai leader degli Stati membri e alle istituzioni dell'Unione europea, Medici senza frontiere torna all'attacco accusando apertamente i leader europei di "essere complici" degli stupri e delle torture sui migranti che si trovano nei campi ufficiali in Libia: "Non possiamo dire che non sapevamo quello che stava accadendo".

Più che una denunica la lettera di Medici senza frontiere suona come un attacco. E l'attacco arriva dopo il secco rifiuto a firmare il codice di condotta imposto dall'Italia a tutte le ong che operano nel Mediterraneo e che riversano sulle nostre coste gli immigrati salpati dalla Libia. "Il dramma che migranti e rifugiati stanno vivendo in Libia dovrebbe scioccare la coscienza collettiva dei cittadini e dei leader dell'Europa", si legge nella lettera, firmata da Joanne Liu, presidente internazionale della ong, e da Loris De Filippi, presidente del ramo italiano. "Accecati dall'obiettivo di tenere le persone fuori dall'Europa - accusano - le politiche e i finanziamenti europei stanno contribuendo a fermare i barconi in partenza dalla Libia, ma in questo modo non fanno che alimentare un sistema criminale di abusi. La detenzione di migranti e rifugiati in Libia è vergognosa. Dobbiamo avere il coraggio di chiamarla per quello che realmente è: un'attività fiorente che lucra su rapimenti, torture ed estorsioni - continua la lettera aperta - le persone sono trattate come merci da sfruttare. Ammassate in stanze buie e sudicie, prive di ventilazione, costrette a vivere una sopra l'altra. Le donne vengono violentate e poi obbligate a chiamare le proprie famiglie e chiedere soldi per essere liberate".

Nella lettera inviata all'Unione europea i vertici di Medici senza frontiere tornano a chiedere "vie legali e sicure" per gli immigrati che vogliono attraversare il Mar Mediterraneo per raggiungere il Vecchio Continente. "Sono l'unico modo per proteggere i diritti delle persone in fuga, assicurare un controllo legale delle frontiere europee e rimuovere i perversi incentivi che consentono ai trafficanti di prosperare", spiega l'ong invitando Bruxelles a liberare gli stranieri "intrappolati in queste ben note condizioni da incubo". "Hanno disperato bisogno di una via di uscita - si legge nella lettera - devono poter accedere a protezione, asilo e quando possibile a migliori procedure di rimpatrio volontario. Hanno bisogno di un'uscita di emergenza verso la sicurezza, attraverso canali sicuri e legali". "Non possiamo dire che non sapevamo quello che stava accadendo - conclude l'organizzazione - -on possiamo continuare a tollerare questo vergognoso accanimento sulla miseria e la sofferenza delle persone in Libia. Permettere che esseri umani siano destinati a subire stupri, torture e schiavitù è davvero il prezzo che, per fermare i flussi, i governi europei sono disposti a pagare?".

"Siamo coscienti delle condizioni inaccettabili, scandalose e inumane". La replica dell'Unione Europea arriva a stretto giro e fa notare a Medici senza frontiere che sta lavorando per "aiutare le organizzazioni internazionali a proteggere i migranti". "Non siamo ciechi e agiamo - ha detto una portavoce della Commissione, Catherine Ray - vogliamo cambiare la situazione".

Bruxelles ha, infatti, stanziato 142 milioni di euro per assistere organizzazioni internazionali come l'Alto Commissariato per i Rifugiati e l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni in Libia. Non solo. La Commissione sta anche creando un "meccanismo di valutazione" per monitorare l'uso dei fondi europei per addestrare la Guardia costiera libica.

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