Mikhail, la spia russa che vuol rifarsi una vita. Ma quella che aveva in passato

Per 34 anni ha vissuto tra Perù e Stati Uniti, fingendosi fotoreporter, con il nome di Juan Lazaro. Ora che l'Fbi lo ha catturato e rispedito in Russia, dove Putin è pronto a offrirgli un lavoro d'oro, Mikhail Vasenkov si ribella. Preferisce restare l'uomo che non è mai stato

Il suo vero nome è Mikhail Vasenkov. Professione: spia russa. Per più di 34 anni, a cavallo tra il Perù e gli Stati Uniti, durante la guerra fredda e oltre, è stato Juan Lazaro, fotoreporter, cintura nera di karate, marito di Vicki Pelaez, una bella giornalista televisiva peruviana. Una storia di spie, come tante, se non fosse che ora, una volta rimpatriato a Mosca, sta facendo di tutto per riavere la sua vecchia identità, quella segreta, sotto copertura. Insomma, tornare ad essere Juan Lazaro e vivere in Perù. Della sua vicenda ne scrive il Wall Street Journal, in un articolo dal titolo: «La spia russa scoperta che ora vuole indietro la sua vecchia vita». Dopo i primi anni anni vissuti a Lima, la coppia si trasferì a New York, dove Mikhail mantenne il nome di Juan Lazaro ma non la stessa professione, passando dal giornalismo all'insegnamento. In questo periodo ebbe un bambino, Juan Lazaro Jr, che poi è diventato un pianista di talento.
Nessuno sospettava nulla, fino al mese scorso, quando Mikhail venne scoperto dal Fbi e espulso in Russia, nell'ambito della nota storia di spie di Mosca presenti in territorio americano. A tutti loro, Vladimir Putin ha promesso un buon lavoro e un brillante futuro in madre patria. Ma Vasenkov ha rifiutato ogni proposta. Non ci pensa proprio di vivere nel freddo russo. Vuole fermamente tornare ad essere Juan Lazaro, lasciare la Russia e raggiungere il figlio, ora diciassettenne, a Lima.
C'è però un problema: il vero Juan Lazaro è morto in Uruguay, circa 63 anni fa, all'età di tre anni. La spia usò i suoi certificati di nascita per costruirsi la sua nuova identità. Ma Mikhail, fa sapere il suo avvocato americano, non si dà per vinto. In fondo ha ancora un passaporto peruviano valido, anche se ovviamente falso. «Ormai - commenta Boris Volodarsky, una ex spia sovietica - ha cessato di essere russo. Credo che sul serio pensi di essere veramente Juan Lazaro». Il giornale ripercorre le tappe della sua incredibile vita, da quando arrivò a Lima, via Madrid nel lontano 1976. Un paio d'anni più tardi presentò domanda di residenza, raccontando di essere nato in Uruguay ed essere vissuto in Spagna sino a quel giorno. Nel 1983 si sposò con Vicky, con cui due anni dopo si trasferì a New York dove continuò a lavorare come giornalista al quotidiano in spagnolo «El Diario». Quindi, dopo che gli nacque un figlio, si aggiudicò una cattedra al Baruch College. In quegli anni, Juan andava e veniva da New York al Sud America per ricevere soldi da altri agenti russi e consegnare messaggi.

Da una intercettazione del Fbi, scrive il giornale, si capisce che la madre patria non era tanto contenta della sua attività di spionaggio: «È già la seconda volta - confidava sconsolato alla moglie - che mi dicono che le mie informazioni non hanno nessun valore...»

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