nostro inviato a Milanello
Per una sera, la nuova Juve può sentirsi comoda nell’imbarazzante ruolo di involontario alleato numero uno dell’Inter. Contro natura, contro la storia e anche la cronaca turbolenta di queste ultime ore, d’accordo ma sono questi gli effetti degli incroci di calendario. Può infatti fermare il Milan e la sua corsa verso il primato, rilanciare il proprio blasone e superare di slancio il secondo esame di laurea dopo aver imposto lo 0 a 0 proprio all’Inter, qualche turno fa. Dimenticando le assenze che sono un numero consistente. «Ma nemmeno noi del Milan siamo a pieno organico» segnala Allegri che pure non ha il riflesso condizionato del piangina e sa che l’indisponibilità di Oddo (infortunio muscolare in allenamento), di Thiago Silva e Zambrotta (pronti per il Real Madrid), Ronaldinho (ancora fuori insieme con Ambrosini) non è paragonabile alle disgrazie di Delneri.
La nuova Juve, a dispetto delle sue prime esibizioni, è riuscita a blindare la difesa e a uscire indenne dagli ultimi tre viaggi (zero gol subiti tra Udine, San Siro nerazzurra e Bologna) rimediando appena due gol tra Salisburgo e Manchester City in Europa league. «Delneri sa organizzare molto bene la fase difensiva» discetta Allegri e così lancia il primo tema della super- sfida di stasera. Tocca infatti a Ibra (mai a segno contro il suo primo club italiano) e a Pato (idem con patate per il giovane brasiliano), col sostegno di Robinho collaudare la tenuta stagna del fortino bianconero. Il castiga-Juve dell’anno passato (2 gol a Torino, altrettanti a San Siro), Ronaldinho, deve ancora una volta fermarsi ai box e aspettare probabilmente il 17 novembre per rimettersi in pista con la casacca verde-oro del Brasile.
«Dinho non sta bene ma non è un problema» le assicurazioni di Allegri che nel frattempo può evitarsi scelte crudeli e coltivare l’ipotesi di Seedorf trequartista contro il Real Madrid, perciò alle viste la seconda esclusione consecutiva dell’olandese, quasi un record. Sul tema Allegri è stato esplicito: «Sono costretto a fare le scelte, dolorose e non, e tutti devono rispettarle» il suo monito. Ricuciti anche i rapporti tra Ibra e Pato dopo quel “vaffa“ napoletano. Per una sera il Milan deve sentirsi più maturo e più continuo rispetto alle recenti esibizioni ( Chievo, Madrid e Napoli) provando a ricacciare indietro le ambizioni della Juve, accreditate nonostante il distacco attuale. «Ricordatevelo:eravamo a meno 5 dall’inter qualche tempo fa. Inter, Milan, Juve e Roma parteciperanno al duello per lo scudetto» la sicurezza di Allegri che chiede ai suoi un netto miglioramento rispetto all’ultima esibizione con tanto di spiegazione. «Ho fatto un cicchetto a Robinho perchè abbiamo rischiato di riaprire una partita che era chiusa» il riferimento all’episodio che ha avuto per protagonista il nuovo beniamino del popolo rossonero.
Col Chievo il Milan soffrì fino in fondo, col Madrid visse 15 minuti da incubo, col Napoli altro finale da batticuore con Abbiati sugli scudi.
«Dobbiamo avere più malizia nel finale» è la medicina secondo Allegri e secondo anche il presidente Berlusconi («L’ho sentito giovedì sera, era contento per Napoli») per curare un difetto atavico del gruppo, nato ai tempi di Ancelotti. Alla fine questo Milan-Juve pesa come uno snodo decisivo spuntato troppo presto all’orizzonte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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