Gli effetti collaterali del Covid non risparmiano nemmeno i più piccoli. Che pagano la carenza di terapie intensive pediatriche, oramai saturate da pazienti Covid adulti per cui negli altri ospedali non c'era più posto. Succede a Milano, all'ospedale Buzzi. "La pandemia ha fatto vedere quanto sia importante avere delle strutture sanitarie e dei posti in terapia intensiva capienti. Considerate che già in questo momento al Buzzi, purtroppo, ci sono adulti ricoverati nelle terapie intensive pediatriche. Quindi, i già esigui posti per i bambini stanno venendo occupati da adulti, come successo in primavera". L'allarme lo lancia il presidente della Fondazione ospedale dei bambini Buzzi, Stefano Simontacch, durante l'inaugurazione del nuovo ambulatorio per i bambini in età tra i 2 e i 6 anni che potranno ricevere il nuovo vaccino spray-nasale antinfluenzale all'interno della stazione della Metropolitana 5 'Gerusalemme'. "È quanto abbiamo denunciato - aggiunge Simontacchi - nella conferenza stampa di lancio della Fondazione Buzzi a febbraio, e cioè la scarsità delle strutture pediatriche, soprattutto delle terapie intensive".
Da questa pericolosa carenza nasce il progetto di un padiglione dedicato all’emergenza di 10mila metri quadrati, sviluppato su sette piani, che sarà collegato all’attuale ospedale Buzzi. Le terapie intensive risultano cruciali, incrementando del 33% la possibilità di sopravvivere per i bimbi in condizioni critiche. Il piano punta a potenziare le terapie intensive per sopperire alle attuali carenze, costruendo un hub pediatrico di eccellenza internazionale dove competenze, specializzazione e cure avanguardistiche vengano messe a disposizione dei casi più gravi.
La saturazione delle terapie intensive dedicate ai più piccoli si aggiunge ad un altro allarme, lanciato pochi giorni fa da Giorgio Selvaggio, chirurgo pediatrico dell’ospedale dei bambini “Vittore Buzzi” di Milano. Il chirugo ha raccontato a Open l'impatto dell’aumento dei contagi sull’attività ospedaliera ordinaria. "In questa settimana - sottolinea Selvaggio - abbiamo dovuto rinviare tre interventi chirurgici perché i pazienti, di circa un anno e mezzo di età, sono risultati positivi al Coronavirus oppure si trovano in quarantena. C’è anche un bambina di un mese che, poco prima, era stata ricoverata al pronto soccorso con febbre e, anche lei, è positiva al Covid".
E a peggiorare una situazione già compromessa, si aggiunge il problema della riduzione del numero delle sale operatorie dovuta al ricollocamento dei sanitari in altri reparti. "Una situazione – chiosa il chirurgo – che ha messo i medici nelle condizioni di operare solo due mattine a settimana. Una riduzione drastica".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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