Autonomi occupano un grattacielo E Boeri: «Bene, troppi spazi vuoti»

Autonomi occupano un grattacielo E Boeri: «Bene, troppi spazi vuoti»

Questa volta il boccone dei centri sociali è di quelli belli grossi, almeno da 48 milioni di euro, tanto infatti nel 2006 il gruppo Ligresti aveva pagato la torre Galfa. Ieri mattina infatti i Corsari hanno guidato un centinaio di «lavoratori dello spettacolo e dell’arte» all’assalto dello storico grattacielo in zona stazione Centrale, 109 metri, 31 piani, quinto più alto in città. Facendo nascere «Macao, spazio di sperimentazione artistica con performance continue, dibattiti e laboratori sperimentali». Un altro edificio privato occupato abusivamente. E già nel pomeriggio l’assessore Stefano Boeri è incredibilmente corso a dar loro ragione. «Non condivido il metodo dell’occupazione abusiva - ha poi postato, bontà sua nel profilo Fb -, ma credo che il problema posto sia ineludibile: a Milano troppi spazi di grande qualità restano vuoti (perché sfitti e invenduti) quando invece potrebbe essere utilizzati temporaneamente - in attesa della destinazione definitiva - per ospitare imprese e attività creative che chiedono luoghi disponibili per lavorare e fare cultura». Non solo. «Con il Politecnico, stiamo riflettendo su un protocollo per il riuso temporaneo degli spazi vuoti, da proporre - non da imporre - ai proprietari pubblici e privati di edifici temporaneamente inutilizzati».
Se un autorevole membro della giunta Pisapia ragiona così, è facile capire perché Milano stia diventando il paradiso delle occupazioni abusive. E così dopo l’ex fabbrica di via Olgiati 12 e le tre villette Aler di via Apollodoro, i Corsari, area autonomia, possono presentarsi all’interno del movimento antagonista milanese come il gruppo più forte. Staccando così gli storici concorrenti del «Cantiere», area disobbedienti, chiusi nella villa di via Monte Rosa 84 un tempo sede del cabaret «Derby». Gli autonomi sono entrati in azione ieri mattina guidando un centinaio di artisti già protagonisti di iniziative come «Teatro Valle Occupato» e «Cinema Palazzo» a Roma, «Sale Docks» a Venezia, «Teatro Coppola» a Catania, «Asilo della Creatività e della Conoscenza» a Napoli e «Teatro Garibaldi Aperto» a Palermo.
L’irruzione a metà mattinata. Abbattuta la recinzione, sfondate le porte al pian terreno, la polizia è arrivata in fretta, osservando la scena da lontano senza intervenire. Anche perché, come sempre, è necessaria prima la denuncia del legittimo proprietario. I ragazzi hanno scalato l’edificio fin quasi in cima, quindi da una finestra del 28° piano hanno lasciato andare uno striscione («Si potrebbe anche pensare di volare»). Quindi conferenza stampa: «Scopo dell’occupazione - spiega una portavoce del Teatro Valle di Roma - è quello di inaugurare un nuovo centro delle arti destinato ai lavoratori. Abbiamo scelto la Torre Galfa perché è un esempio di uno spazio male utilizzato e mal gestito». Mentre Camilla dei Lavoratori dell’Arte annuncia: «Creeremo un centro di sperimentazione artistica ci saranno performance continue, dibattiti, laboratori sperimentali. Il palazzo è inutilizzato da 15 anni».

Ora bisognerà attendere che l’Immobiliare Lombarda, gruppo Ligresti, faccia richiesta di ritornare in possesso dell’edificio progettato dall’architetto Melchiorre Bega nel 1956 e terminato nel 1959 all’incrocio tra via Galvani e via Fara (da qui il nome Gal-Fa), 109 metri di altezza per 31 piani, più due piani di sotterranei.

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