Bambini, più abusi online: "I responsabili in famiglia"

La dirigente del Compartimento lombardo della Polizia postale: "La pandemia causa del peggioramento"

Bambini, più abusi online: "I responsabili in famiglia"

Ieri, nella Giornata Nazionale per la lotta alla pedofilia, si è parlato a lungo di un aumento dei reati con la dirigente del Compartimento polizia postale e delle comunicazioni di Milano Tiziana Liguori. «La pedofilia è una minaccia costante all'integrità di bambini e ragazzi che oggi travalica il mondo reale e si diffonde anche online» spiega Liguori. Che ha aggiunto: «L'iper-esposizione al mondo della rete imposto dall'emergenza pandemica negli ultimi due anni ha accelerato i processi di avvicinamento dei bambini a Internet».

I dati infatti riconfermano un trend preoccupante per cui la pedofilia diventa un pericolo concreto anche per i bambini più piccoli: il coinvolgimento, nel 2021, di 56 bambini di età inferiore ai 13 anni in casi di pedopornografia e adescamento dimostra come social network, videogiochi e messaggistica possano costituire una grande opportunità di crescita ma anche un pericolo a cui prestare la massima attenzione. Il fatto che nel primo trimestre del 2022 siano già stati trattati 16 casi analoghi dimostra che il trend è in evidente ascesa.

Tra il 1 gennaio 2021 e il 31 marzo di quest'anno, il Compartimento polizia postale e delle comunicazioni Lombardia si è occupato di 480 casi nei quali famiglie e vittime sono state costrette a fare i conti con la capacità manipolatoria di adulti malintenzionati, con la circolazione illegale di immagini di violenza, con la condivisione in circuiti apparente anonimi, come le darknet, di confessioni di fatti di abuso. A riprova dell'aggravamento della minaccia contro infanzia e adolescenza in rete, basti pensare che nello stesso periodo (dal gennaio 2021 alla fine di marzo di quest'anno) sono stati 350 i soggetti indagati per reati di pedopornografia e adescamento sul territorio lombardo, di cui 42 sono stati arrestati o perché colti nella flagranza del reato di detenzione di ingenti quantità di materiale pedopornografico o perché raggiunti da ordinanze di custodia cautelare in carcere.

«Nell'ultimo anno, in diverse occasioni l'analisi delle immagini pedopornografiche e le attività investigative hanno consentito di identificare giovanissime vittime di abusi sessuali compiuti, filmati e diffusi in rete da soggetti appartenenti al proprio nucleo familiare o, comunque, da persone di fiducia» conclude Liguori.

E sul territorio? Come vanno le cose? Chiara Pazzaglia, consigliera della Lega, si è vista bocciare, all'interno del Municipio 4, una mozione per difendere i bambini da immagini pornografiche.

Pazzaglia, che sottolinea l'abnorme diffusione di tablet nelle mani dei bambini per i corsi scolastici durante la pandemia e un conseguente consumo precoce di pornografia per ben il 30% dei piccoli, aveva proposto di integrare i corsi di educazione sessuale con lezioni di educazione sentimentale e sessioni specifiche per prevenire i danni da esposizione a immagini crude e violente.

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