Primo giorno in zona gialla in Lombardia, fra ansia e speranze. E con un gran numero di persone positive o in quarantena, qualcuno chiede l'obbligo vaccinale.
I numeri del contagio sono ancora da vertigini, e questo rappresenta un motivo di preoccupazione condiviso, ma la situazione degli ospedali, pur mostrando un certo affanno, non è neanche paragonabile a quella dello scorso anno, o di 20 mesi fa, nelle prime settimane della bomba Covid. Questo scarto con la fase più «nera» dell'emergenza si percepisce in particolare in Lombardia, che ha patito in modo drammatico la prima ondata e poi è riuscita a gestire le successive contenendone l'impatto anche grazie a un'ottima campagna vaccinale.
In questa ultima fase, come noto, i numeri sono tornati a salire verticalmente, per effetto soprattutto della variante Omicron, che è sbarcata proprio a Milano poco più di un mese fa, e ora è già molto diffusa in Lombardia. Nell'ultimo giorno di una zona bianca che è durata sei mesi, il 2 gennaio, il valore dell'incidenza (il numero casi su 100mila abitanti su 7 giorni) dopo una corsa inarrestabile ha raggiunto quota 1.955, con una crescita del 169% in una settimana, e dai primi di dicembre è decuplicata. Particolarmente alto il dato di Milano, che con 2.333 positivi è il quarto più alto d'Italia, mentre il più alto in assoluto si registra nel Lodigiano, con 2.435 casi in 7 giorni. Firenze è seconda e la Brianza terza con 2.358 positivi in una settimana. Praticamente tutte le province lombarde hanno almeno raddoppiato i casi in una settimana, qualcuna lo ha triplicato o più (Cremona, Brescia, Bergamo, la stessa Monza).
In tutto questo i ricoveri aumentano, però gli ospedali non sono pieni. A ieri, nelle terapie intensive erano ricoverati 219 pazienti Covid, pari al 14,3% della «capienza». Negli altri reparti sono 2.147, il 20,5%. Entrambi i dati sono ormai abbondantemente sopra le soglie della zona gialla, fissate al 10 e 15%, ma entro quelle della arancione, individuate al 20 e al 30%. In questa situazione critica si spera nell'argine rappresentato dai vaccini. «Continuo a invitare chi non si è ancora vaccinato a prenotarsi sulla piattaforma regionale e a proteggere se stesso e chi gli sta intorno» ha detto ieri il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, in un'intervista a Bresciaoggi. I lombardi vaccinati con una dose sono l'83,5%, con due dosi sono l'80,9%, e quelli già coperti con il richiamo sono il 27%. Fontana ha anche rivendicato la bontà delle misure governative: «Il super green pass - ha detto - è una misura che ha consentito di tenere aperte le attività che altrimenti sarebbero state chiuse. Quindi per me è stata una misura necessaria per tenere in equilibrio le esigenze sanitarie e quelle economiche». E a tal proposito, la Cna interviene, con il presidente Giovanni Bozzini, chiedendo una svolta. Gli artigiani accolgono con favore l'allentamento del regime delle quarantene, ma osservano che «troppe persone negative al tampone, e anche vaccinate con 2 dosi, restano in regime di isolamento, con effetti deleteri per la ripresa economica che abbiamo il dovere di non smorzare».
Il segretario di Cna Stefano Binda ricorda che il vaccino «resta la sola, unica, testata soluzione responsabile, unitamente all'adozione di dispositivi di protezione e alla pratica del distanziamento». «Il decreto del Governo pubblicato il 30 dicembre è un passo avanti - dice - ma se vogliamo assumere una posizione definitiva e risolutiva si abbia il coraggio di rendere il vaccino obbligatorio».
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