Corso Como, notte di razzie tra spacciatori e rapinatori

In pattuglia insieme alle Volanti nel weekend di movida: in un anno 130 persone controllate

Corso Como, notte di razzie tra spacciatori e rapinatori

«Bloccate le vie di fuga, sui quattro punti cardinali. Intanto faccio avvicinare il reparto mobile. Noi rimaniamo a coordinare». Sono le 4 del mattino e queste sono le indicazioni operative via radio che il vicequestore aggiunto Alessandro Chiesa dà ai suoi uomini. Trenta agenti. «Ogni maledetta domenica»: solo che qui il lavoro di controllo in vista del weekend «dello sballo» comincia il venerdì sera. È un anno esatto, da quando - prima per un'idea del dirigente del commissariato Garibaldi-Venezia, Massimo Cataldi, e poi per iniziativa del questore, Marcello Cardona - poliziotti in borghese, insieme ad uomini in divisa e ad una squadra della «celere», calpestano insistentemente l'area che parte da piazza XXV aprile, arriva fino alla stazione Garibaldi, con piazza Gae Aulenti, i giardini Politkovskaja da un lato e quelli di via d'Azeglio dall'altro. Obiettivo: tenere sotto controllo la piccola criminalità della notte, che terrorizza i cittadini.

A quest'ora, ad attendere, nascosti nel cono d'ombra dei caselli daziali, sono in 5, centrafricani: «Aspettano di vendere qualche dose per finire la serata». La «macchina coi colori», cioè la volantina del commissariato, passa una volta, e l'occhio del funzionario è abbastanza scaltro da sapere dove guardare e soprattutto cosa vedere. Partite le indicazioni, gli agenti della squadra investigativa, in abiti civili e a piedi, arrivano da corso Como diretti al controllo. Basta un'occhiata, che i cinque tentano la fuga. Non ci riescono: devono consegnare i documenti. Alla fine della lunga nottata saranno in 15 quelli degni di «attenzione»: tutti hanno precedenti.

«I problemi principali sono due: spaccio e rapine», racconta Chiesa, nel briefing. Non si sbaglia, lui che nella zona di copertura del suo ufficio (numeri dispari di Corso Buenos Aires, piazzale Loreto, Stazione Centrale, fino a un pezzo di piazzale Maciachini) può appuntarsi sulla giacca un arresto per ogni angolo di strada. Ormai i balordi della zona lo conoscono bene, lo chiamano «dottore» e lo temono. «Da gennaio ad ora abbiamo fatto circa 130 fotosegnalamenti solo grazie a questi servizi settimanali» racconta, mentre ci avviamo sulla volante lungo viale Pasubio.

Dall'inizio dell'attività, nel 2014, si arriva a 500 facce, impronte, nomi o alias raccolti: informazioni preziose che restano negli archivi della questura. «Lo spaccio è in mano ai gambiani: se si tratta di marijuana e hashish, sono loro ad avere il monopolio assoluto». E sono organizzati in squadre: ognuno non ha mai più di una dose: «Perché sanno che con la droga rischiano poco», da quando è stato depenalizzato il possesso.

La nottata continua davanti ad un locale di via Tocqueville: fuori c'è la fila di ragazzi, pronti per andare a ballare. È proprio il momento in cui i malintenzionati approfittano della confusione. Gli uomini in borghese dell'antirapina e antispaccio avvertono il funzionario con una telefonata: «Sono in 2, maghrebini, e vogliono entrare in discoteca, ma addosso non hanno un euro». «E come sperano di entrare?», commenta il «doc», ironico, mentre ordina di fermarli. Giusta intuizione: ventitré e vent'anni, uno egiziano l'altro tunisino positivi al controllo sdi per rapina e ricettazione. Il più giovane aveva in mano il codice fiscale di un salvadoregno: un portafogli doveva già averlo «fatto»: «Per stasera si accomodano in questura».

Corso Como è l'alveare, fatto di giovani e stranieri in cerca dello sballo: «Quando vengono a sporgere denuncia spesso non ricordano nulla» racconta un agente. Le api che ronzano intorno sono gli spacciatori e i rapinatori. Si aggirano nel buio «perché la zona è poco illuminata - constata ancora il funzionario - abbiamo chiesto al Comune di aiutarci con più telecamere e più lampioni». Ma il vero deterrente è «rompere le scatole tutte le sere». Ancora meglio sarebbe «un presidio di polizia fisso».

Così

si va avanti fino all'alba. Poco prima di «smontare» scattano altre tre denunce: uno è un marocchino. I poliziotti lo prendono in via Bonnet con 10 grammi di marijuana. È pieno di precedenti: anche per violenza sessuale.

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