Così i cantieri e ripartenza rischiano la paralisi totale

L'sos delle imprese edili: "Prezzi alle stelle e materiali introvabili. A rischio le opere pubbliche e private"

Così i cantieri e ripartenza rischiano la paralisi totale

Anche il settore edile, pubblico e privato, rischia di fermarsi completamente trascinando con le sè le opere finanziate dal Pnrr e la rigenerazione del territorio. È un grido di allarme quello lanciato da Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance, che parla di una «situazione insostenibile, che rischia di arrivare a un punto di non ritorno» alla luce del peggioramento delle condizioni del mercato delle costruzioni nelle ultime settimane, aggravate moltissimo dalla crisi ucraina.

«La situazione è allarmante e sta diventando insostenibile: oltre al caro prezzi, scarseggiano materiali e gli impianti di produzione che riforniscono i nostri cantieri stanno chiudendo - denuncia la presidente dell'associazione che riunisce le imprese edili delle provincie di Milano, Lodi, Monza e Brianza -. Occorrono subito misure per calmierare i prezzi e compensare i maggiori costi sostenuti dalle imprese, altrimenti i cantieri del Pnrr, anche per carenza di materie di prime, si fermeranno tutti. Ma altrettanto drammaticamente si fermerà la rigenerazione del territorio, perché il rischio di investimento nel mercato privato è insostenibile».

Non solo infatti i prezzi sono lievitati tanto che tutti gli imprenditori denunciano di aver ricevuto lettere dai fornitori che annunciavano aumenti del 20/30 per cento, ma negli ultimi giorni, anche a Milano, Lodi Monza e Brianza, i prezzi dei materiali, che già erano raddoppiati e triplicati nell'ultimo anno, sono schizzati alle stelle. Ora i materiali stanno diventando addirittura introvabili tanto che negli ultimi giorni la situazione è precipitata con la dichiarata «impossibilità di garantire le forniture, nonostante il prezzo venga fatto alla consegna della merce». L'effetto domino fa sì che non sia più sostenibile portare avanti la produzione di materie prime come i metalli che richiedono un enorme quantitativo di energia per la lavorazione. Già oggi non si trova più bitume, acciaio e alluminio perché i produttori stanno riducendo o fermando le produzioni a causa di costi non più sostenibili. Sono settori energivori, fortemente penalizzati dal fortissimo rialzo di gas e carburante che sta mettendo in ulteriore difficoltà il trasporto dei mezzi e la gestione delle consegne.

«Per il mercato dei lavori pubblici avverte Regina De Albertis la situazione è drammatica e le misure di adeguamento varate dal Governo sono per il momento insufficienti, perché è inadeguato il modo in cui avviene la revisione dei prezzi. Serve un meccanismo automatico di adeguamento ai valori correnti per tutte le stazioni appaltanti ancorato ad uno specifico paniere di voci». Le conseguenze? «In assenza di misure efficaci di compensazione degli aumenti subiti conclude la presidente di Assimpredil Ance non possiamo più realizzare le opere commissionate e non ci sarà nessuna impresa in grado di mettere a terra gli investimenti del PNRR: chi ha operai e struttura da sostenere può anche decidere di lavorare senza margini, ma non può permettersi, come sta succedendo questo momento, di lavorare in perdita, mettendo così a rischio la sopravvivenza della sua impresa».

Ma ancora peggiore il rischio che le imprese non partecipino nemmeno più «ai bandi sia di

amministrazioni centrali che di territorio, che abbiano per oggetto opere con prezzari sottostimati e ormai lontani dalla realtà di mercato» avverte il Vicepresidente per il Lavori Pubblici di Assimpredil Ance Paolo Riva.

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