Fausto e Iaio bene i fiori. Ma ricordiamo anche Ramelli

Fra poco sarà il 29 aprile, il giorno in cui solo una parte di Milano ricorda quel ragazzo. Sia giusto signor sindaco, non dimentichi Ramelli

Fausto e Iaio bene i fiori. Ma ricordiamo anche Ramelli

Bene, anzi benissimo ha fatto il sindaco Sala a portare ieri un mazzo di fiori in via Mancinelli, sulla targa che ricorda Fausto Tinelli e Iaio Jannucci, i ragazzi del Leoncavallo uccisi a colpi di pistola il 18 marzo del 1978. Bene perché è sempre cosa buona e giusta ricordare due giovani morti in anni terribili. Ma anche perché così si risponde a chiunque sia il delinquente (neonazista, demente o semplice provocatore) che ha sporcato la loro lapide con svastiche tracciate per la verità con mano piuttosto incerta. «La loro passione politica - dice Sala - e l'impegno per una società più giusta ed equa rimangono parte integrante dei valori, della storia e del presente di Milano. La città non vi dimentica». Soprattutto perché il vero delitto è che i loro killer sono impuniti. Alla pista dei fascisti, forse sarebbe da preferire quella degli spacciatori di eroina contro cui si stavano battendo, ma questo è (o sarebbe) affare dei magistrati. «Io avevo vent'anni, più o meno la loro età e ricordo bene quella giornata».

Giusto, sindaco Sala. È vero. Ma è anche vero che erano passati appena tre anni da un altro terribile marzo. Quello del 1975, quando (il giorno 13) un commando rosso di Avanguardia operaia sfondò la testa di Sergio Ramelli a colpi di chiave inglese e sotto gli occhi di mamma Anita. Anni in cui uccidere un fascista non era reato e perfino i preti provarono a negargli un funerale e oggi quegli assassini fanno il medico a Niguarda. Anche Ramelli, signor sindaco, ha un murales e per l'ennesima volta dei maiali l'hanno lordato.

E ancora chi non vuole che il ricordo di un ragazzo colpevole solo amare l'Italia e di sognare un futuro migliore per i giovani come lui e come Fausto e Iaio, lo ha ripulito. Fra poco sarà il 29 aprile, il giorno in cui solo una parte di Milano ricorda quel ragazzo. Sia giusto signor sindaco, non dimentichi Ramelli.

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