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«Festa partigiana», il Pd dice sì a centri islamici e referendum

Star la ministra Boschi e la musulmana Abdel Qader E nel dibattito sulla Costituzione, tutti per le riforme

Alberto Giannoni

Matteo Renzi nel programma non c'è. La «star» della Festa dell'Unità milanese che si apre oggi, dunque, sarà la ministra Maria Elena Boschi, che parteciperà a un dibattito singolare in cui tutti gli invitati sono per il «sì». Sono 71 gli appuntamenti della kermesse ex Pci ereditata dai democratici. Spesa prevista 300mila euro, finanziati con sponsor, contributi interni e incassi del bar-ristorante. Ospiti in tutto 478 relatori. Oltre alla titolare delle Riforme altri due ministri, Maurizio Martina e Beatrice Lorenzin. Ci sarà ovviamente il sindaco, Beppe Sala. Poi gli avversari, il centrodestra. Invitati, come negli anni passati, il governatore leghista della Lombardia Roberto Maroni, la coordinatrice regionale di Forza Italia Mariastella Gelmini e l'ex capogruppo azzurro in Comune Pietro Tatarella. Nessun invito invece per Stefano Parisi, cui il segretario, Pietro Bussolati, ha riservato una sorprendente polemica dal sapore elettorale: «Parisi è un uomo di Confindustria - ha detto - prima di candidarsi alle amministrative era a Roma e ora sta facendo un tentativo di ricostruzione del centrodestra e dunque è di nuovo proiettato a Roma». «Quando si concluderà il suo tentativo, se sarà il leader del centrodestra» - ha concluso - «ne riparleremo».

Cita tre temi forti, Bussolati, presentando la festa. Le riforme costituzionali fanno parte del «menu», lette in chiave referendaria e con spirito «partigiano» come riconosce il leader del Pd milanese ammettendo che «non ci sono dubbi «sul fatto che il partito promuoverà le ragioni del sì». Sarà presente, comunque, il presidente milanese dell'Anpi, Roberto Cenati, e la sua presenza spegne le polemiche che nei giorni scorsi hanno visto i vertici dell'associazione nazionale partigiani contrapposti a Renzi proprio su voto di novembre. Altro tema valorizzato dal Pd sarà il governo delle città.

Ma a dispetto di ospiti e dibattiti, il giorno più importante sarà quello dedicato al temi dell'integrazione e al rapporto con i centri islamici. Il giorno più importante è domani. Allo scalo di Porta Romana si parte con un pranzo aperto a tute le comunità straniere. Poi tre eventi. Per «raccontare» - spiega il segretario - una Milano diversa da quella «che una certa politica vuole dipingere». Una Milano «multietnica». Il primo sarà un «momento di formazione». Ed è quello di cui il Giornale ha parlato nei giorni scorsi. La dissidente ormai ex Pd, Maryan Ismai, viene relegata, senza essere citata nel programma, fra le «testimonianze dal mondo musulmano». «Vorremmo mettere al centro i contenuti e non le polemiche», così Bussolati replica, indirettamente alla stessa Maryan Ismail, che si è lamentata per l'incontro «a porte chiuse». Un momento di formazione è «per definizione a porte chiuse» ribatte Bussolati, aprendo: niente in contrario se qualcuno volesse partecipare.

Alle 18 e 30 la seconda vera protagonista della festa, Sumaya Abdel Qader, al centro dell'incontro «tuttacolpadiSumaya» che vuole evidentemente rileggere in chiave leggera le polemiche suscitate dalla scelta del partito di candidare e sostenere la dirigente del

coordinamento dei centri islamici: è stata «al centro di un dibattito e non sempre ha avuto la possibilità di rispondere» ha detto il segretario. «Noi vogliamo combattere le posizioni oltranziste» ma anche «costruire ponti».

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