«Fondi per Brera? Sono un atto di buona volontà»

«Fondi per Brera? Sono un atto di buona volontà»

È un «segnale di chiamata» a fondazioni, associazioni ed enti locali quello che il ministro dei Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi, ha lanciato a favore della cultura e del sistema milanese. Ha ricordato i 23 milioni stanziati dal governo per permettere l’avvio del progetto della grande Brera, un impegno che «pur nella notoria, dovrei dire inesistenza delle risorse più che esiguità - ha osservato -, almeno è un atto di razionale buona volontà del governo».
«La situazione economica è difficile - ha aggiunto -. Si tratta di introdurre razionalizzazioni e grandi sforzi», chiamando a contribuire «fondazioni, associazioni ed enti locali». Lorenzo Ornaghi assicura il suo «impegno totale» anche per trovare i finanziamenti per la legge sullo spettacolo, dice di essere disponibile all’apertura di un tavolo sui problemi del settore, assicura che quando ci sarà una bozza di regolamento per le fondazioni liriche la farà vedere ai diretti interessati per discuterne.
È stata una sorta di breve sunto programmatico il suo intervento al convegno dalla Cgil al Piccolo teatro Studio di Milano. Silvano Conti, della segreteria nazionale Slc-Cgil, ha elencato il «cahier de doleance» del settore: il problema dei contratti di lavoro, dei contributi (l’Enpals ha un avanzo di bilancio di 1,8 miliardi, che a suo dire dovrebbe essere usato «per l’insieme delle economie del settore»), delle fondazioni liriche che sono state create senza patrimonio e ora vivono la diminuzione dei fondi pubblici, il cinema, i diritti d’autore, con la nuova Imae e la Siae commissariata. Ornaghi ha promesso a breve una bozza di regolamento sulle fondazioni liriche. «Credo che la copertura vada trovata - ha aggiunto - e per me è un punto d’onore».
Nel suo tour milanese, Ornaghi è tornato anche in Cattolica, dove è stato rettore. E da qui è partito un appello ai giovani perché puntino il loro futuro sulla preparazione. «I nuovi politici - ha detto - dovranno esserne capaci.

Sono le persone mature di domani, in una situazione storica che conosciamo solo a grandissime linee e non sappiamo che cosa potrà davvero portare, in un sistema che definiamo sempre pacificamente globale ma dire globale vuol dire sistema dei cambiamenti ma non sappiamo quali».

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