A sollecitare l'interesse della Procura era stata una intervista rilasciata da Formigoni in cui il governatore raccontava di avere nutrito dubbi sulla figura di Zambetti e di averlo accettato solo in seguito alle pressioni ricevute. Rispondendo alle domande della Boccassini, Formigoni ha un po' smussato il tema delle pressioni. Ma il suo interrogatorio è stato comunque depositato dalla Procura ieri, nell'udienza davanti ai giudici del riesame che devono decidere se Zambetti deve restare in cella. Per i pm, evidentemente, il fatto che le voci su Zambetti fossero arrivate fino al numero uno del Pirellone, e che ciò nonostante l'esponente della Nuova Dc fosse approdato all'assessorato è significativo della capacità di quest'ultimo di condizionare la vita politica lombarda.
La decisione dei giudici del Riesame sulla sorte di Zambetti si conoscerà nei prossimi giorni. Ieri, intanto, è stato interrogato nuovamente Ambrogio Crespi, cioè colui che - secondo la Procura - avrebbe fatto convergere su Zambetti il pacchetto più consistente di voti gestiti dalla criminalità organizzata. Crespi - fratello di Luigi, sondaggista ed esperto di marketing politico - si è già visto respingere la scarcerazione dal tribunale del Riesame, che ha riconosciuto la validità degli elementi a suo carico.
Ambrogio Crespi però continua a sostenere di non avere mai svolto alcun tipo di attività elettorale per Zambetti e di non avere mai conosciuto Eugenio Costantino, il factotum dei clan faceva il suo nome per 2.500 voti fatti convergere su Zambetti.
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