Formigoni interrogato dalla Boccassini «Troppi soldi per le elezioni di Zambetti»


A sollecitare l'interesse della Procura era stata una intervista rilasciata da Formigoni in cui il governatore raccontava di avere nutrito dubbi sulla figura di Zambetti e di averlo accettato solo in seguito alle pressioni ricevute. Rispondendo alle domande della Boccassini, Formigoni ha un po' smussato il tema delle pressioni. Ma il suo interrogatorio è stato comunque depositato dalla Procura ieri, nell'udienza davanti ai giudici del riesame che devono decidere se Zambetti deve restare in cella. Per i pm, evidentemente, il fatto che le voci su Zambetti fossero arrivate fino al numero uno del Pirellone, e che ciò nonostante l'esponente della Nuova Dc fosse approdato all'assessorato è significativo della capacità di quest'ultimo di condizionare la vita politica lombarda.
La decisione dei giudici del Riesame sulla sorte di Zambetti si conoscerà nei prossimi giorni. Ieri, intanto, è stato interrogato nuovamente Ambrogio Crespi, cioè colui che - secondo la Procura - avrebbe fatto convergere su Zambetti il pacchetto più consistente di voti gestiti dalla criminalità organizzata. Crespi - fratello di Luigi, sondaggista ed esperto di marketing politico - si è già visto respingere la scarcerazione dal tribunale del Riesame, che ha riconosciuto la validità degli elementi a suo carico.
Ambrogio Crespi però continua a sostenere di non avere mai svolto alcun tipo di attività elettorale per Zambetti e di non avere mai conosciuto Eugenio Costantino, il factotum dei clan faceva il suo nome per 2.500 voti fatti convergere su Zambetti.

Ieri i legali di Crespi hanno consegnato alla Procura dei tabulati elettorali da cui si evince che nelle 28 sezioni elettorali della zona di Baggio (il quartiere di Crespi) in occasione delle ultime regionali Zambetti raccolse solo 85 voti.
LF-ELag

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