Prese a bastonate il poliziotto. No Expo condannato a 2 anni

Violenze durante il corte del Primo Maggio

Prese a bastonate il poliziotto. No Expo condannato a 2 anni

Due anni di reclusione. Si conclude con un patteggiamento la vicenda giudiziaria di Marco Ventura, l'antagonista di 28 anni che il primo maggio scorso, durante gli scontri nel corteo «No Expo», colpì più volte con un bastone il vicequestore Antonio D'Urso. Il quale poi finì in ospedale con una ventina di giorni di prognosi. Quell'aggressione fu uno dei momenti di quel giorno, terribile per la città, in cui furono bruciate auto e spaccate vetrine dei negozi del centro, che tutti ricordano: immortalato da uno scatto che fece il giro di mezzo mondo.

L'applicazione della pena è stata concordata con il pubblico ministero Piero Basilone e convalidata ieri mattina dal giudice per l'udienza preliminare Roberta Nunnari.

Ventura è l'unico dei sei arrestati per gli scontri del primo maggio a non essere stato preso in flagranza, ma il successivo 19 maggio. Con le accuse di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate e porto abusivo di armi improprie.

Quel giorno in cui nel centro città scoppiò la guerriglia urbana vennero invece fermati subito Mirko Leone, Jacopo Piva, Heidi Panzetta, Davide Pasquale e Anita Garola. Fu proprio per opporsi al fermo della Garola che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, Ventura si scagliò addosso al dirigente di polizia colpendolo con un bastone e ferendolo al polso e al bacino. Non era da solo: assieme a lui agì anche un'altra persona, con il casco in testa, che non è mai stata identificata.

Come Ventura, hanno scelto di patteggiare la pena anche la stessa Garola e Davide Pasquale (un anno e dieci mesi ciascuno; Pasquale con la sospensione condizionale perché era l'unico senza precedenti) e la Panzetta (un anno e due mesi). Sia Garola che Panzetta sconteranno la condanna ai domiciliari.

Il 23enne Jacopo Piva ha optato invece per il rito abbreviato, puntando allo sconto di pena di un terzo garantito in automatico da questo prcedimento speciale in caso di condanna. Mirko Leoni andrà invece a processo con rito ordinario, davanti alla decima sezione penale del Tribunale.

Il vicequestore Antonio D'Urso è ora candidato all'Ambrogino d'oro da Fratelli d'Italia: «Mi auguro che il centrosinistra sia d'accordo con l'assegnazione della benemerenza e che non dica “no“ solo per far piacere ai centri sociali», ha dichiarato il capogruppo in Regione e vicepresidente del Consiglio comunale Riccardo De Corato.

Fdi ha proposto lo stesso riconoscimento anche per il commissariato di Quarto Oggiaro, di cui D'Urso è dirigente, «che sta facendo fronte a una dura battaglia contro la criminalità in condizioni molto difficili. Ricordiamo il duro lavoro antimafia, gli arresti per spaccio e i controlli a tappeto».

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