Un giardino dedicato a Beppe Viola. "Ma nuove regole sulle intitolazioni"

Il presidente Bassi: "Qui ci sono voluti anni per gli imprevisti. E i privati non possono apporre una targhetta sulle panchine"

Beppe Viola nel '62 con gli Azzurri
Beppe Viola nel '62 con gli Azzurri

Sarà il sindaco Beppe Sala a scoprire oggi alle 18 in via Sismondi 32 la targa che porta il nome di Beppe Viola. Al giornalista, scrittore e telecronista sportiva sarà intitolato un giardino. Un risultato, spiega il Presidente del Municipio 4 Paolo Guido Bassi, «al quale si arriva dopo un lungo percorso che ha impegnato due amministrazioni. L'area verde ricorda è stata aperta da pochi mesi dopo una controversia condominiale durata anni. E l'intitolazione al grande giornalista milanese, era stata indicata già dal vecchio Consiglio di Zona 4 e poi deliberata dalla nostra amministrazione che ha anche provveduto a realizzare una targa dedicata».

Se in questo caso i ritardi sono stati giustificati da una serie di imprevisti, osserva Bassi, «in altre circostanze lo sono meno. Ad esempio, non possiamo apporre una targa su un immobile (privato) dove 100 anni fa nacque il celebre cantante Luciano Tajoli perché, nonostante la delibera del Municipio 4 sia di un anno fa, adesso serve il pronunciamento del Comitato Milano Memoria che non si sa se e quando si riunisce». Non è l'unica procedura, prosegue il presidente, che «andrebbe rivista. Di recente racconta Bassi un gruppo di persone mi ha chiesto di poter ricordare un ragazzo che si è suicidato con una piccola targhetta da apporre sulla panchina del parco Forlanini dove è stato ritrovato il suo corpo. Ad oggi, una cosa del genere nella nostra città non è possibile. L'unica cosa che si può fare, è chiedere di piantare un albero, anonimo, ma la cui cura ricade in capo a chi ne fa richiesta».

Secondo il presidente leghista del Municipio 4 «certe limitazioni, sulla scorta di quanto già avviene in altre città, potrebbero essere riviste. Lo abbiamo già constatato con le panchine rosse, che nel nostro Municipio sono molto numerose. Quando l'arredo urbano viene adottato e personalizzato dai cittadini, viene anche salvaguardato e mantenuto al meglio. Rispettando certi criteri di identità visiva.

Non ci trovo nulla di male se panchine, alberi e altri elementi del nostro territorio possono raccontare le storie anche dei milanesi meno noti ai più».

Potrebbe essere, conclude Bassi, una «competenza da demandare ai Municipi, che certamente hanno sensibilità e preparazione per gestire al meglio tutta la partita delle intitolazioni e dediche sui rispettivi territori».

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