Giro del mondo in 180 scatti un viaggio tra uomo e natura

Il ricavato della mostra alle Stelline, nata da un premio di fotografia (il "Sony World Photography Awards") sarà devoluto a favore del popolo ucraino

I costumi tipici del fotografo greco George Tatakis
I costumi tipici del fotografo greco George Tatakis

C'è una mostra che apre al pubblico che ci spalanca gli occhi sul mondo. Bisogna andare alla Fondazione Stelline, in corso Magenta, in quel chiostro dove un tempo c'erano gli orti di Leonardo e oggi si realizzano conferenze, dibattiti e, appunto, esposizioni, con particolare attenzione all'arte dell'obbiettivo. Fino al 30 ottobre le Stelline, in collaborazione con Fondazione Fiera Milano, ospitano la mostra dei Sony World Photography Awards, una corposa selezione delle fotografie vincitrici e finaliste delle varie categorie di quello che è considerato il concorso fotografico più eterogeneo al mondo. I numeri lo confermano: a questa 15esima edizione hanno partecipato 340mila persone, tra professionisti ed emergenti, dai 5 continenti. Una mole immensa di immagini e punti di vista da cui Barbara Silbe, giornalista, co-fondatrice e direttore di EyesOpen!Magazine, ha selezionato, da curatrice della mostra italiana, 180 scatti da esporre a Milano. «Questo premio ha il merito di essere un ampio catalizzatore di storie da tutti gli angoli del mondo ha detto Silbe -: si configura come un racconto sull'uomo, su chi siamo noi oggi e sull'ambiente in cui viviamo».

A partecipazione gratuita, suddiviso in una decina di categorie (inclusa quella dedicata alle scuole: peccato ancora poche realtà italiane vi partecipino: l'occasione è ottima per stimolare gli alunni e il loro premio consiste in attrezzature professionali), il Sony World Photography Awards è acclamato ovunque e permette, in un periodo di profonda crisi e ripensamento del mestiere stesso, di far emergere talenti e personalità. La mostra alle Stelline, il cui ricavato degli ingressi sarà interamente devoluto alla Fondazione Progetto Arca onlus per l'emergenza in Ucraina, si divide in due parti: al primo piano una selezione degli scatti dei professionisti, al piano inferiore i lavori degli emergenti (tra cui spicca l'italiano Simone Corallini, che presenta il ritratto di un surfista su una spiaggia che vedete in pagina). Si comincia in bianco e nero con la serie emotivamente toccante dell'australiano Adam Ferguson: le foto sono state materialmente realizzate dai migranti coinvolti nel progetto, ma il premio ha apprezzato l'idea (e Ferguson si è aggiudicato così l'ambito titolo di Photographer of the Year'). Di fronte ai suoi lavori, l'affascinante serie di ritratti di media dimensione che il greco Georgios Tatakis dedica agli abiti tradizionali del suo Paese: scatti, come quello che vi presentiamo, di compostezza e fascino senza tempo.

Si procede per temi: oltre al ritratto, le storie (ad esempio degli atleti paralimpici) e l'ambiente (notevole il lavoro dell'ungherese Milan Radisics sulla volpe selvatica).

Gli italiani presenti spiccano per l'originalità: Lorenzo Poli ci regala paesaggi strepitosi, Federico Borella presenta una raffinata rappresentazione sugli animali esotici mentre Alessandro Gandolfi un toccante still life di oggetti dedicati alle reliquie della Concordia, dopo il naufragio all'Isola del Giglio.

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