Via Gola, maxi sgomberi a partire dall'estate

Prefetto, Sala e Regione accelerano il piano Comune in imbarazzo sul centro sociale

Via Gola, maxi sgomberi a partire dall'estate

Una «rigenerazione» del fortino di via Gola «scala per scala». Tradotto dal prefetto Renato Saccone, significa «sgomberi programmati, riqualificazione dell'alloggio e assegnazione rapida a chi ne ha veramente bisogno» per evitare che siano subito rioccupati. Abbiamo deciso che opereremo al più presto perchè non si ripeta più quanto accaduto il 31 dicembre», quando i pompieri furono accerchiati e aggrediti mentre spegnevano alcuni roghi appiccati nella via. Un'accelerata condivisa ieri al tavolo in prefettura d'intesa con Comune e Regione, presenti il sindaco Beppe Sala, la vice Anna Scavuzzo e l'assessore lombardo alle Politiche abitative Stefano Bolognini. Il piano degli sgomberi programmati scatterà entro l'estate, nel corso dei prossimi incontri sarà fissato il cronoprogramma esatto dei civici su sui intervenire. E prima le istituzioni dovranno definire i progetti di restyling con Cassa depositi e prestiti che mette a disposizione 42 milioni di euro su via Gola e il quartiere di via Bolla. Il quartiere Aler a due passi dalla movida dei Navigli conta 326 alloggi occupati abusivamente su circa 700, la quota maggiore (149) in via Gola, 91 in via Pichi e 86 nei palazzi di via Borsi. Il prefetto assicura che ci sarà la «copertura minima essenziale per le effettive vulnerabilità», i provati casi di emergenza sociale, ma «è fondamentale rigenerare il tessuto sociale esistente. Diamo un'accelerazione importante». Ma ricorda che «in un anno le occupazioni in città sono diminuite di 540 casi», avanti anche su via Bolla, via Quarti, il Lorenteggio. Ad accendere il rogo di capodanno, sarebbero stati anche alcuni appartenenti al centro sociale di via Gola 8, che crea problemi da anni e ora rischia, anche se il Comune non avrebbe fretta: lo sgombero degli antagonisti non sarà in cima alla lista degli interventi. Il prefetto assicura che c'è la volontà di riportare «progressivamente una situazione di controllo su tutta l'area» e Scavuzzo dichiara che il centro sociale va sgomberato, perchè «è un problema, è di per sè fecondo di iniziative che non sono in linea con nessuna delle amministrazioni presenti e passate e la sua attività sociale credo sia anche un po' tutta da dimostra. Ci sarà ovviamente un percorso anche per evitare che diventi un problema di ordine pubblico». Ma quello che potrebbe essere simbolicamente proprio il civico da cui partire non sarà affatto il primo dell'elenco, il sindaco deve risolvere l'imbarazzo a sinistra. A sollecitare l'urgenza dello sgombero, e a costringere la sinistra a schierarsi con o contro i no global, sarà però una mozione appena depositata dal capogruppo leghista Alessandro Morelli in consiglio comunale.

L'assessore regionale Bolognini conclude che il quadrilatero in zona Navigli è fuori controllo «sia dentro che fuori i palazzi popolari.

Le occupazioni sono più alte della media, la situazione è sfuggita di mano, ma abbinando interventi di rigenerazione e legalità si potrà replicare il modello che sta funzionando a San Siro e in altre zone della città. I numeri parlano chiaro, siamo passati dalle 4.487 abusivi nel 2018 a 3.943».

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