"Guerriglia urbana", la strategia del corteo di 80 anarchici lombardi

Il ministro Lamorgese alla Camera parla di Milano e degli scontri di sabato in piazza

"Guerriglia urbana", la strategia del corteo di 80 anarchici lombardi

«A Milano sabato scorso si sono radunati in piazza Fontana un folto numero di manifestanti, la cui composizione è risultata come al solito molto variegata, con la parte più consistente priva di una precisa connotazione e con la presenza di circa 80 persone riconducibili all'area anarchica. Gli anarchici volevano portare la polizia verso uno scenario di guerriglia urbana».

Alla Camera, nel corso della sua informativa urgente sugli scontri avvenuti sabato 9 ottobre soprattutto a Roma - dove una frangia di estremisti di destra ha assaltato la sede nazionale della Cgil - il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ieri ha inquadrato criticità e responsabilità ben precise anche per i fatti avvenuti nella stessa data sotto la Madonnina. E dopo Montecitorio la responsabile del Viminale si è recata anche in Senato, nell'emiciclo di Palazzo Madama.

Intanto la Procura di Milano sta valutando la posizione degli aderenti all'area anarchica ambrosiana e varesina per deferirli all'autorità giudiziaria. Si tratta perlopiù di appartenenti del centro sociale «Telos» di Saronno (Varese) e di gruppi anarchici del Corvetto con componenti marxiste leniniste. Rigorosamente privi di leader, sabato 16 ottobre ancora una volta hanno dimostrato una consapevolezza superiore della piazza rispetto alla stragrande maggioranza dei partecipanti al corteo, cittadini qualunque esasperati dall'obbligo del Green pass e da problematiche analoghe.

Gli anarchici di queste settimane non si nascondono più sotto i cappucci delle felpe e non brandiscono, minacciosi, oggetti di alcun genere come durante i cortei tra la fine degli anni 90 e i primi del nuovo millennio. Mostrano di avere ritmo, strategia e sanno bene come muoversi per condizionare un corteo anche solo a livello vocale, mettendosi in testa e gridando «andiamo di qua!» piuttosto che «dirigiamoci di là!». Il loro numero è ancora esiguo e per ora, dal punto di vista dell'ordine pubblico, non hanno una vera incidenz, non rappresentano un pericolo. Tuttavia la strategia di fondo che li anima - quella che Lamorgese ha definito ieri come una volontà di portare «la polizia verso uno scenario di guerriglia urbana» -, secondo gli analisti della Digos è destinata ad apparire sempre più ragionata a confronto di quella inesistente della stragrande maggioranza dei manifestanti «No Green pass» dei cortei del sabato pomeriggio.

Intanto ieri pomeriggio in piazza Fontana - luogo di ritrovo proprio dei cortei «No Green pass» del sabato pomeriggio - a partire dalle 17 si sono riunite una cinquantina di persone richiamate da una serie di appelli apparsi sui social network. Intorno alle 19 i manifestanti però hanno cominciato a scemare.

Era successo lo stesso lunedì, quando però i manifestanti (circa 300 in tutto) dopo un presidio in piazza Fontana, si erano poi avviate in corteo per raggiungere Largo Augusto e via Vivaio nel tentativo, reso vano

dal dispositivo disposto dalla questura, di avvicinarsi alla sede della prefettura. La manifestazione poi si era sciolta. Ma stasera, sempre grazie al tam tam mediatico, potrebbero riprovarci. E forse con maggiore successo.

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