Nel momento più duro di una pandemia che ha segnato per sempre la nostra storia non esitarono nemmeno un istante e montarono in 36 ore un ospedale da campo a Cremona, arrivando a curare oltre 280 persone che erano state colpite dal virus. A distanza di due anni, ora che il Covid pare aver mollato finalmente la sua presa, i volontari della Samaritan's Purse, la prima organizzazione internazionale a prestare soccorso in Italia, sono tornati in Lombardia in occasione del «Noi Festival», l'evento che ieri ha riunito davanti ai circa 10mila del Forum di Assago più di 500 chiese evangeliche.
«Quando mi hanno chiamato per chiedermi di creare uno dei nostri ospedali da campo in Italia ho accettato subito con entusiasmo», ha raccontato il missionario evangelico Franklin Graham, presidente della Samaritan's Purse e della Billy Graham Evangelistic Association.
«Siamo stati accolti con amore dai colleghi italiani ha aggiunto - era un momento in cui non si poteva volare ma grazie all'aiuto di tutti ci è stata concessa una pista per atterrare in pochissimo tempo. Noi amiamo e siamo riconoscenti a questo Paese che ha avuto un grande impatto nella storia dell'America con gli immigrati italiani che hanno contributo all'edificazione della nostra società». Quando arrivarono «eravamo spaventati e sopraffatti ha commentato Giuseppe Rossi, direttore generale dell'Asst Cremona ma quel 17 marzo fu il punto di svolta nella lotta al Covid. Avevamo medici che erano addirittura morti ma noi li vedevamo lavorare con gioia e felicità. Erano venuti ad aiutarci con il sorriso. I pazienti ci hanno confermato questa cosa che mi ha colpito profondamente».
Anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha ringraziato nuovamente Franklin Graham e la sua organizzazione prima del «Noi Festival»: «Non potevo mancare a questo appuntamento che ha visto nuovamente insieme, questa volta per festeggiare, i cittadini, i medici, gli infermieri e i Samaritan's Purse». I quali «hanno portato un grandissimo aiuto alla Lombardia e alla città di Cremona. Un aiuto fondamentale che i cremonesi hanno apprezzato tantissimo e che ha creato una vera e propria amicizia». Per questo «credo sia giusto collaborare con loro» e con Franklin Graham «abbiamo parlato di possibili future collaborazioni».
Federica Pezzetti, medico direttore presidio dell'ospedale di Cremona, ha sottolineato «il valore aggiunto» dell'aiuto portato dai Samaritan's Purse, ossia «trasmetterci la speranza di uscire dal tunnel e vedere la luce. Aiutavano i pazienti anche da un punto di vista spirituale e umano e stessa cosa facevano con noi».
Come con Rosvaldo Felisari, cittadino della provincia di Cremona ricoverato nell'ospedale da campo: «Credevo di morire, poi al quarto giorno è successo il miracolo e ho cominciato a riprendermi. Erano presenti h24. Sono stato ricoverato 40 giorni, ora di salute sto bene ma ho ancora gli incubi». Una dottoressa della Samaritan's Purse, Julie Mckay, ha invece parlato di «una storia incredibile» che riguarda un altro paziente curato nell'ospedale da campo, Claudio Ruggeri: «Era molto debole e tossiva costantemente». Le speranze di sopravvivere erano ridotte al lumicino. «A quel punto ha proseguito ho letto la Bibbia e ho chiamato ogni responsabile di Chiesa chiedendo loro di pregare per Claudio alle 9 di sera».
Il giorno dopo «non sentivo più la sua tosse e ho subito
pensato al peggio. Ma quando sono entrata nel reparto uomini ha concluso- lui era seduto sul letto con un grande sorriso. Non sapeva cosa fosse successo, ma ci ha detto che era dalle 9 del giorno prima che si sentiva meglio».
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