Come a dire che il messaggio non (ancora) è arrivato. La scorsa settimana, dopo aver effettuato alcuni controlli a pochi passi dal Duomo, la Procura aveva lanciato l'allarme sui «funghi» alimentati a gas e utilizzati per scaldare i dehor dei locali. «Bastano pochi chili di gas per causare un'esplosione - aveva spigetao il procuratore aggiunto nicola cerrato -. E, in caso di incendio, si rischia una carneficina». Morale: nessuno dei bar ispezionati era a norma. Ieri, nuovo blitz in pieno centro, e stesso risultato. Altri otto esercizi commerciali controllati lungo via Dante, infatti, sono stati oggetto delle verifiche dei vigili del fuoco e della polizia locale. E sette di questi custodivano le bombole senza alcuna precauzione, violando così le norme sulla sicurezza. E sono scattate le sanzioni.
E se la settimana scorsa Cerrato aveva parlato di «potenziali bombe», ieri il magistrato è tornato a sottolineare i rischi legati allo stoccaggio dei dispositivi a gas, lanciando una stoccata ai commercianti. «Pare di capire - l'affondo di Cerrato - che gli esercenti, malgrado le notizie uscite sui media, non vogliano mettersi in regola». Quindi, il procuratore aggiunto rancia l'allrme. «Continuando a tenere le bombole in questo modo - ha aggiunto - c'è il pericolo di una strage, c'è il rischio che si verifichi un'esplosione e che crolli un palazzo intero».
Dai controlli di ieri, dunque, è emerso che sette locali stoccavano illecitamente bombole di gpl durante gli orari di chiusura. Bombole che, quando non sono agganciate ai «funghi», non possono essere tenute in locali chiusi e men che meno in cantine o sottoscala, perchè «il gas liquido - ha chiarito Cerrato - si concentra verso il basso e ci sono rischi di esplosioni».
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