Ci siamo, e saremo decisivi. I «Moderati» restano moderati, ma alzano l'asticella delle loro ambizioni. Il cartello elettorale guidato da Maurizio Lupi, ieri ha presentato a Milano i suoi candidati, fra i quali l'atteso Vittorio Sgarbi. Il profilo della lista sarà quello di un soggetto del centrodestra, alleato agli altri ma affezionato alla sua identità, «centrista» e di governo, un'identità comune alle sigle della galassia riunita sotto un solo simbolo («Noi con l'Italia», Udc, «Italia al centro» di Giovanni Toti e «Coraggio Italia» di Luigi Brugnaro).
«Senza di noi non si governa» vuole dire Lupi, deputato, già ministro e assessore a Milano, leader di questa formazione che alcuni sondaggi attestano intorno alla soglia di sbarramento prevista per le forze che si presentano in coalizione. «Daremo un dispiacere a qualcuno», scherza. E la sua battuta non passa inosservata: «Vedo che la nostra lista dà fastidio a molti all'interno del centrodestra», risponde a chi gliene chiede conto. «Per un mese - spiega - abbiamo avuto la comunicazione che la coalizione è fatta di tre proposte politiche invece che quattro». I moderati «non recriminano nulla, né rincorrono nessuno» - aggiunge - si vede «che qualcuno si dimenticava di noi». «Adesso che alcuni sondaggi ci danno al 3% - osserva ancora Lupi - ci si è accorti che nel centrodestra c'è chi non rincorre la Lega e FdI».
L'ambizione è quella di attrarre un elettorato che si sente di centrodestra ma che non è in sintonia coi partiti maggiori. Lupi non polemizza, anzi si dice pronto a sostenere Giorgia Meloni nel caso toccasse a lei essere indicata dalla coalizione come presidente del Consiglio: «Ha tutte le caratteristiche per fare il premier», afferma il deputato milanese. L'idea è che il centrodestra «si stia preparando a governare l'Italia», ma la convinzione è che necessiti di un «pilastro moderato».
Eccolo dunque l'obiettivo: costruire, anche oltre l'appuntamento elettorale, «una nuova casa dei popolari, liberali e riformisti italiani» - come spiega il governatore ligure Toti - una casa che non si trova ancora anche perché «il Terzo polo non è un'anima moderata e centrista, spesso dice cose giuste ma isolarsi su una collina a giudicare tutti è sinonimo di estremismo, non di moderazione». «Io - attacca Lupi riferendosi a Carlo Calenda - non ho mai visto in questi 20 anni qualcuno che non si propone di governare ma propone l'ingovernabilità».
Ed è invece un governo di centrodestra stabile, quello in cui sperano i Moderati. Ed è l'equilibrio che vogliono portare in dote a questo governo politico che auspicabilmente vedrà la luce in autunno dopo il voto. Uno schema non lontano da quello vigente in Lombardia, citato da Lupi. Un obiettivo politico chiaro, che ha sintetizzato candidandosi l'assessore regionale Raffaele Cattaneo, capolista in Lombardia 2: «Rafforzare l'ancoraggio al centro, la presenza di una proposta politica equilibrata, capace di dialogo, di responsabilità».
Quest'anima «moderata» del centrodestra, però, non si è voluta privare del «genio» pirotecnico di Vittorio Sgarbi, candidato nel collegio di Bologna e capolista in Lombardia 1. «Se non faremo il 3% si dovrà alla miopia di Toti, Lupi e Brugnaro - scherza il critico a margine della conferenza stampa - se lo faremo è perché ci sono io». E non si ferma alle Politiche Sgarbi, lanciando il suo sguardo fino alle Regionali di marzo 2023. «Il candidato è Attilio Fontana, punto - sentenzia - Letizia Moratti non ha nessuna possibilità di essere candidata».
E tornando al suo «programma», non si sbaglia: «Mette al centro l'idea del rinascimento, il Rinascimento è la cosa più importante che l'umanità abbia espresso. Io combatto per quello, si parli di bellezza. La bellezza produce energia e porta ricchezza». Si scrive Moderati, si legge rinascimento.
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