«Denunciamo anche a nome delle altre liste una situazione molto delicata. Alle ore 11,15 dell'11 settembre, finita la prima settimana di campagna elettorale, le plance dei manifesti che sono l'unica forma di propaganda che abbiamo non possono ancora essere utilizzate da nessun partito perché mancano gli spazi per quattro liste». A farsi portavoce della protesta (bipartisan) ieri è stato il tesoriere della campagna del candidato sindaco del centrodestra Luca Bernardo, il deputato di Coraggio Italia Diego Della Frera. «Ci sono 28 liste e i tabelloni installati hanno solo 24 pannelli» spiega, In pratica, in ogni via che li ospita vanno estesi i tabelloni per dare spazio a tutti. Palazzo Marino aveva fatto male i conti, o meglio non si era preparato per tempo alla possibilità che fossero depositate più liste di quelle che erano nell'aria fino al 4 settembre, giorno in cui è scaduto il tempo per presentare le candidature ed è iniziata ufficialmente la campagna, con il divieto di usare altri spazi oltre a quelli messi a disposizione per legge dal Comune per gli spot elettorali. Niente più maxi manifesti. Le quattro liste estratte per ultime sono Forza Italia, Bryant Biavaschi, candidato sindaco di Milano inizia qui, Pci e Potere al Popolo. Ma finché le plance non vengono allestite in maniera regolare, anche gli altri partiti non possono affiggere manifesti, sarebbero abusivi, «rischieremmo anche la multa» fa presente Della Frera. Bernardo aggiunge che «anche la pubblicità che abbiamo chiesto di fare sui taxi è ancora bloccata, due giorni fa un dirigente comunale ci riferito che ci vogliono 60 giorni per avere una risposta alle richieste. Non è tanto per i miei banner, posso farne a meno perché fortunatamente i tassisti stanno con me, ma è possibile che un cittadino debba attendere 60 giorni per una risposta? Non è il Comune che vogliamo». Bernardo si augura che «non ci sia un tentativo di boicottaggio nei confronti del centrodestra». Per il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale, capolista, «è vergognoso che il sindaco che ha usato a proprio piacimento per 5 anni tutti gli strumenti di comunicazione istituzionale, dai social alle affissioni, sia poi incapace di organizzare lo strumento più banale della campagna che sono i tabelloni. È anche una lesione della par condicio». Dal Comune confermano il ritardo assicurando che «tutte le liste avranno la postazione come previsto dalla legge. Il numero di liste è stato definito il 4 settembre, da quel momento Palazzo Marino si è attivato per compensare gli spazi mancanti che saranno disponibili in questi giorni». Un pasticcio che Beppe Sala prova a minimizzare: «Abbiamo un record di liste, si parlava fino al giorno prima di 10 candidati e sono 13, è questione di pochi giorni. Boicottaggio? Le cose non stanno così, non ne avremmo neanche bisogno ed è sbagliato evocare certi concetti».
Bernardo ha lanciato ieri la sua lista civica, guidata dall'allenatore di calcio in carrozzina Antonio Genovese e da Maria Sole Brivio Sforza, ambasciatrice della Fondazione De Marchi onlus, che si impegna ad «avvicinare i giovani ala cultura».
In corsa tra gli altri l'ex assessore comunale e provinciale Franco De Angelis («Sala non ha mai parlato di Città metropolitana» sottolinea), il consigliere regionale e comunale Manfredi Palmeri («Milano non ha bisogno di un sindaco influencer come Sala»), la giornalista Federica Bosco, l'organizzatrice di eventi Rebecca Arippol. «Abbiamo bisogno di fatti, non di chiacchiere - insiste Della Frera - Vorremmo vedere il bilancio delle cose fatte da Sala in cinque anni».
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