Si torna a parlare del centro sociale “Leoncavallo” di Milano, che proprio durante la giornata di ieri si è visto recapitare l’ennesimo avviso di sfratto.
La notifica di sgombero, presentata dall’ufficiale giudiziario, è stata rinviata al 21 gennaio 2019 ed i rappresentanti delle associazioni che operano all’interno della struttura si sono affrettati a rivolgere un appello al sindaco Beppe Sala, affinché non venga loro tolta la sede di via Watteau.
A far parte della delegazione il deputato “Leu” Daniele Farina, Boer e Elisa Silva di “Mamme antifasciste” e Anita Pirovano, capogruppo in consiglio comunale di “Milano Progressista”. Documenti alla mano, i rappresentanti del centro sociale hanno presentato il bilancio della struttura, nel quale si registrano più entrate che uscite. Queste ultime prevalentemente destinate a coprire spese per progetti culturali, manutenzioni varie ed atti di benefici. Nell’arco di tempo compreso fra 2013 e 2017, le entrate si attestano intorno ai 2 milioni e 800 mila euro (2 milioni e 200 mila solo di sottoscrizioni).
Una valida ragione, dunque, per tornare a chiedere un dialogo con il gruppo Cabassi ed ottenere finalmente una regolarizzazione. Da tempo i responsabili del “Leoncavallo” chiedono di poter pagare un “canone sociale annuo simbolico” inizialmente fissato a 80 mila euro. Cifra che i gestori sono pronti anche ad alzare, pur di poter continuare ad occupare l’immobile.
“È uno spazio dove abbiamo investito forze, siamo lì e lì restiamo” afferma Silva, di “Mamme antifasciste”, come riportato da “Affari Italiani”. “Vediamo difficile che ci venga proposto uno spazio simile”.
A suo tempo anche Giuliano Pisapia aveva tentato di regolarizzare la situazione del centro sociale, che aveva occupato l’ex cartiera nel 1990. La proposta avanzata dall’ex primo cittadino era stata quella di assegnare al gruppo Cabassi una differente area in cambio dello stabile in via Watteau.
Soluzione presto osteggiata dal centrodestra ma anche dalla compagine di sinistra.
A distanza di qualche anno, nel 2018, è stata invece avanzata una nuova offerta: non più uno scambio di aree, ma di volumetrie. Una proposta che i Cabassi si sono detti disposti ad accettare, purché attuata in tempi brevi.
Ed è proprio il tempo a preoccupare la capogruppo Pirovano di “Milano Progressista”.
“È la seconda volta che scriviamo su un programma elettorale che ci sarà un impegno concreto per la regolarizzazione. Ad oggi purtroppo siamo lontani dalla soluzione amministrativa e c'è un silenzio preoccupante. L’obiettivo deve essere arrivarci entro fine mandato”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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