La minaccia di Albertini: "Formigoni non m'inquieti altrimenti inizio a parlare..."

L'ex sindaco fa campagna elettorale a suon di minacce, prima aveva ricattato Maroni e ora tocca al governatore della Lombardia

La minaccia di Albertini: "Formigoni non m'inquieti altrimenti inizio a parlare..."

Dopo Maroni tocca a Formigoni. Gabriele Albertini continua la sua campagna elettorale a suon di minacce. "Non mi inquieti troppo perchè posso fare dichiarazioni che lo metterebbero a terra e lui sa di cosa sto parlando". Eccolo il ricatto di Albertini a Roberto Formigoni che lo ha accusato di puntare a poltrone che si aggiungerebbero a quella di eurodeputato. Poi ritratta: "In merito a ricostruzioni fantasiose che vedo e sento rispetto alle mie dichiarazioni di questa mattina, tengo a precisare che il progetto politico costruito con Formigoni in questi mesi è stato oggetto di lunghi incontri, ragionamenti politici ed elettorali spesso avvenuti nel mio ufficio di lavoro. A questi incontri e ragionamenti e a null’altro, tantomeno di natura penale, mi riferivo nelle mie dichiarazioni".

Durissimo il commento del segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini: "Albertini dice che Formigoni non lo deve inquietare altrimenti parla?. È un linguaggio che si usa altrove, con la coppola, per minacciare qualcuno. Non è nè elegante nè lombardo. Non gli fa onore un linguaggio di questo tipo".

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Paolo Ferrero, segretario del Prc: "Albertini dice 'Formigoni non mi inquieti troppo o parlo'. Albertini invece di fare minacce di tipo mafioso dica quello che sa. Le destre di questo Paese sembrano uscite dal film Il padrino!".

"Lo scambio di accuse di Albertini verso Formigoni è veramente inquietante.

Fa pensare alla Lombardia come alla Chicago degli anni ’20 perchè le minacce di Albertini rivolte a Formigoni, circa argomenti che conoscono solo loro e che ’metterebbero a terra Formigonì, testimoniano che lo scontro in corso riguarda vicende probabilmente di rilevanza penale su cui i lombardi hanno diritto di conoscere la verità". Lo afferma Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd.

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