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Moratti, vertice per svegliare la Milano d’agosto

Ferragosto in città. Il Comune ha fatto la sua parte, i commercianti un po’ meno. Anzi decisamente troppo poco. La strigliata arriva dal sindaco Letizia Moratti, per nulla soddisfatta della solita Milano chiusa d’agosto. Proprio oggi che la città sembra aver guadagnato un invidiabile appeal che ne fa, dopo Roma, la meta preferita dai turisti. Addirittura più di Venezia e di Firenze, ormai superate rispettivamente di 200mila e un milione e centomila presenze all’anno. Di cui molti stranieri non abituati a festeggiare il 15 agosto e quindi sorpresi di trovare interminabili file di serrande sbarrate. Soprattutto nelle celebratissime vie Montenapoleone, Spiga, Manzoni. Il quadrilatero della moda a cui la Moratti ha deciso di cambiare il look. Soprattutto estivo, perché i problemi non riguardano solo una giornata, ma tutto il periodo tradizionalmente dedicato alle vacanze. Anche dai commercianti.
«I servizi - l’attacco della Moratti - a Milano funzionano. Ospedali, case di riposo, assistenza agli anziani, piano caldo offrono aiuto a chi ha bisogno». Palazzo Marino, sembra dire, sta facendo la sua parte. Molto meno bene, soprattutto per una città che punta all’Expo mondiale del 2015, il contributo dei privati. «Vorrei più collaborazione e impegno - l’invito che assomiglia molto a un imperativo - A Milano anche d’estate arrivano moltissimi turisti. È giusto che trovino una città aperta». La medicina? Già pronta. E non è un’ordinanza per obbligare a tenere aperto. «Assolutamente no - esclude -. Preferisco scegliere la via della collaborazione». E così annuncia che già a settembre convocherà un tavolo per chiedere l’impegno di tutti. «Soprattutto il centro deve diventare più attraente. I negozi della moda non possono essere chiusi, per questo serve l’aiuto dell’Unione del commercio, degli assessorati, delle associazioni di via». La «Bella estate» di Milano piace alla Moratti, quasi nessuna critica al lavoro fatto dal Comune. Solo l’impegno a far di più. «Abbiamo organizzato - ricorda - centinaia di appuntamenti: concerti di musica, lirica e jazz, rassegne cinematografiche, una serie di mostre che mai si erano viste così numerose, teatro, sport e intrattenimento. Ora tocca anche ai privati creare degli eventi».
Critico Massimo Todisco. «Il sindaco Moratti, dopo anni che denunciamo la chiusura dei negozi, ha compreso la necessità di porre rimedi». E il direttore dell’Osservatorio fornisce il risultato di un «monitoraggio sui bar della città fatto in collaborazione con l’agenzia fotografica Fotogramma». Fatta eccezione per via Torino (con 3 bar aperti su 6) e corso Genova (con 4 aperti su 7), fuori dalla cerchia dei Navigli la situazione appare preoccupante.

In corso Vercelli, denuncia, «due bar su due sono chiusi, in via Farini è aperto un solo bar su 12, in corso di Porta Ticinese due su 10, in corso XXII marzo due su 11, in corso di Porta Romana quattro aperti su 15, via Monti un’apertura su 10». «E se questi sono i principali assi commerciali - conclude Todisco - figuriamoci le periferie. In totale stato di abbandono».

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