Nasce "Casa Frizzi", per le famiglie dei bimbi costretti a curarsi in città

Unitalsi posa la prima pietra (donata da Papa Francesco) di sei appartamenti

Nasce "Casa Frizzi", per le famiglie dei bimbi costretti a curarsi in città

«Su un mattone proveniente dalla Porta Santa del Giubileo della Misericordia e donato da papa Francesco, questa casa di accoglienza trova un riferimento concreto. Sono qui per benedire il progetto che era un sogno di Vittore De Carli e di Unitalsi Lombardia e ora prende consistenza. La benedizione è una sollecitudine di Dio che così diventa un alleato di quest'opera, alleato del bene che si fa. La costruzione, intitolata a Fabrizio Frizzi, è una piccola luce nella notte che salverà dalla disperazione chi ha un bambino malato oncologico ed è costretto, proprio per curarlo negli ospedali milanesi, a restare qui in città e lontano da casa. L'assurdità di questa guerra sembra aver travolto in pochi giorni tutto il bene che si è fatto. E allora noi vogliamo reagire. E continuare a costruire. In ogni angoli di questa nostra città trovo i segni del tratto milanese ispirato alla generosità e all'intelligenza nell'interpretazione dei bisogni».

Se non fosse per la solennità e il valore della benedizione dell'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ma anche per la presenza del sindaco Sala, quella tenutasi ieri mattina nella piccola chiesa intitolata ai santi Faustino e Giovita (patroni di Brescia) in via Amadeo, all'Ortica, a fianco del Santuario della Madonna delle Grazie, poteva sembrare una riunione tra amici legati da buoni propositi e mirabili progetti di vita orientati verso il bene comune. Del resto è stato anche grazie agli amici veri di Unitalsi (l'Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali Lombardia, presieduta da Vittore De Carli e guidata per i prossimi cinque anni da Luciano Pivetti), al presidente di Bcc Milano Giuseppe Maino (che ha portato il contributo economico dei Soci della Cooperativa di Credito) e al cavalier Ernesto Pellegrini che qui, in uno stabile in ristrutturazione donato per vent'anni alla Curia di Milano, l'architetto Sara Ugazio e l'impresa di costruzioni De.ra srl di Pontoglio (Brescia) hanno lavorato per far sorgere i sei appartamenti destinati ai bimbi malati e alle loro famiglie. Come suggerito da papa Francesco - che oltre a donare la prima pietra ha inviato un messaggio augurale nell'anno in cui Unitalsi festeggia i cento anni di vita associativa - rivolgendosi ai volontari lombardi, non bisogna «mai perdere la forza di rispondere ai bisogni veri e concreti delle donne e degli uomini che incontriamo nella nostra vita».

Beppe Sala, che ricorda la sua prima uscita politica da queste parti, nel «generoso quartiere dell'Ortica», ieri mattina per colpa del traffico è arrivato quasi mezz'ora dopo l'arcivescovo. Riuscendo comunque a farsi «perdonare» con un atteggiamento di grande positività e un discorso importante. Nel quale ha accomunato l'opera di tre donne ucraine fondatrici, un anno fa, di una associazione per diffondere la cultura ucraina a Milano e ora impegnatissime nell'accoglienza ai loro connazionali in fuga dalla guerra, alla realizzazione di «Casa Frizzi». «Bisogna valorizzare gli esempi - spiega il sindaco -. Questo straordinario progetto è una iniziativa meravigliosa perché coglie più significati: quelli legati ai bambini e alla famiglia, al dono, a Frizzi...Si tratta di abitazioni per parenti di bimbi in cura, ma soprattutto per chi deve rimanere per un lungo periodo. Perché per qualche giorno la gente si arrangia, ma se i tempi si allungano aumentano le difficoltà. Veramente un ottimo segno che nasce dalla forza di volontà di Unitalsi e di Vittore in un quartiere che non va inserito nell'elenco, assolutamente riduttivo, delle periferie».

L'intero architrave di quest'opera - 250 metri quadrati per un massimo di 15 persone - girano attorno a un'unica figura. Quella di Vittore De Carli. L'ormai ex presidente di Unitalsi Lombardia è un comasco di 64 anni, per oltre 30 collaboratore del Corriere della Sera e che ha curato l'attività giornalistica di Radio Campione International diventandone direttore. Vittore era appagato da una famiglia amorevole e da una prestigiosa carriera quando, 7 anni fa è diventato cronista della sua vita per un gravissimo problema di salute e un intervento con successiva tracheotomia che lo hanno mandato in coma 47 giorni. In tutto quel tempo ha sognato un cammino impervio e sfiancante verso la luce gialla sfolgorante di un «paradiso» mai raggiunto, visto che poi si è risvegliato e ripreso.

Questa esperienza, sotto molti aspetti onirica ma anche piena di personaggi e sensazioni ben note a De Carli, la ritroviamo descritta in maniera lucida e circostanziata in un libro - «Dal buio alla luce con la forza della preghiera» (Libreria editrice Vaticana).

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