Le farmacie vogliono lavorare con le serrande abbassate e le onoranze funebri chiedono alla prefettura di predisporre nuove camere mortuarie e alle autorità provinciali e regionali di prevedere dei protocolli rigidi per garantire la sicurezza degli operatori e dei familiari dei defunti, contenendo la diffusione del virus.
Sono drammatiche le notizie che arrivano dalla Bergamasca, una delle province più colpite dall'epidemia. Federfarma chiede «a gran voce» di lavorare «a battente chiuso».
«In queste ultime ore - si legge in una lettera che il presidente provinciale dei titolari di farmacia, Giovanni Petrosillo ha inviato alla Regione - su sollecitazione delle farmacie e alla luce di una farmacia già chiusa per contagio da Covid19 e del contagio del personale di altre tre farmacie in attesa di decisioni di Ats, siamo intervenuti sulla Prefettura di Bergamo per una verifica delle competenze». Perchè «la possibilità di esercitare facoltativamente il servizio a battente chiuso, ovviamente senza alcun onere per i cittadini e il Servizio sanitario nazionale - si legge ancora - permetterebbe, soprattutto nelle aree più a rischio e nei casi di carenza di personale, di continuare a garantire il servizio, tutelando la salute dei farmacisti che nella maggior parte dei casi si trovano ad operare senza disporre di dispositivi di protezione individuale. La misura sarebbe finalizzata così a prevenire ulteriori chiusure di farmacie per casi di contagio del personale».
E una lettera è partita anche dalla categoria delle Onoranze funebri, indirizzata alla prefettura e alla Provincia.
La richiesta è nero su bianco: «Nuove camere mortuarie finalizzate al deposito dei feretri in attesa di cremazione», si legge nel documento firmato da Pietro Bonaldi, direttore della Lia-Claai, organizzazione di categoria delle imprese. Si prevede, anzi si riscontra già, un aumento delle richieste di cremazione, anche per l'impossibilità di celebrare funerali tradizionali, ma gli operatori del settore riferiscono numeri inquietanti anche sui decessi. «Al momento - dichiara Bonaldi - riscontriamo un numero di chiamate e un incremento di richieste di intervento per decessi che è superiore alla media del periodo. Sicuramente incidono il numero di decessi a seguito di patologie da Covid, che avvengono tutti ravvicinati e in zone ben specifiche del territorio provinciale, la sensazione è che vi sia un numero di decessi comunque molto alto, anche considerati quelli da Coronavirus. Ma è una sensazione che potrà essere confermata o smentita solo quando, fra un anno, potremo confrontare l'andamento della mortalità».
Ecco dunque la lettera recapitata alla prefettura che si innesta su una situazione che era già di cronica carenza degli impianti. «Le onoranze funebri - si legge - sono in estrema emergenza».
«La capacità del forno crematorio di Bergamo, che sta già lavorando a ciclo continuo, non riesce a soddisfare il crescente numero di richieste». «Chiediamo pertanto - si legge ancora - che le vostre autorità diano indicazioni ai sindaci affinché vengano messi a disposizione spazi adeguati per il deposito dei feretri in attesa di cremazione».
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