Pac, l'attualità dell'arte finisce sotto i riflettori

Il programma delle mostre che verranno

Pac, l'attualità dell'arte finisce sotto i riflettori

«Il nostro pubblico ama il design, ma io non lo voglio portare qui durante il Salone» per stupire e far riflettere con proposte «che sappiano aprire una visione insolita e critica sul contemporaneo per i temi e linguaggi con cui lo affrontano». Una chiara dichiarazione d'intenti quella di Diego Sileo, 40 anni, curatore del Pac-Padiglione d'Arte Contemporanea di via Palestro 14. Insieme a Sileo, Ferran Barenblit, direttore del museo d'arte contemporanea di Barcellona (MACBA) e Silvia Bignami, docente di storia dell'arte contemporanea all'Università degli Studi con Emanuela De Cecco docente dall'Università di Bolzano e Iolanda Ratti dal museo del Novecento, hanno ideato un nuovo programma di mostre, giornate di studio e progetti per caratterizzare la programmazione del Pac e rafforzarne l'identità. Una mostra per ogni stagione, insieme ad approfondimenti a partire da primavera (tra le giornate studio si segnalano quelle dedicate a Lea Vergine dal 28 febbraio al 3 marzo 2018, studiosa fondamentale per le arti performative): dal 29 marzo al 20 maggio 2018 i lavori della messicana Teresa Margolles a testimoniare la morte, la violenza, le disuguaglianze sociali ed economiche. Si prosegue dal 4 luglio al 9 settembre con il focus sull'arte contemporanea brasiliana con una serie di lavori realizzati in Brasile negli ultimi 40 anni per riflettere sulla conflittualità politica, razziale, ecologica che anima questo Paese. Gli artisti italiani arrivano in autunno con la mostra su Eva Marisaldi dal 12 ottobre al 2 dicembre 2018 con video, disegni e ricami.

Per gli amanti del design ecco un'ampia antologica lontana dal Salone su Enzo Mari dal 18 dicembre al 10 febbraio 2019, e da marzo a giugno Anna Maria Maiolino riprende la riflessione sul Brasile, suo paese d'adozione, negli anni '70 e '80. Nel 2019 sono in programma iniziative sull'arte contemporanea giapponese, Cesare Viel, Ignazio e Jacopo Gardella a 20 anni dalla loro ultima mostra, e «in cui metteremo a confronto padre e figlio».

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