Paura in metropolitana «Infedeli, vi ammazzo»

Un magrebino ha minacciato i passeggeri dicendo di avere un mitra L'uomo è poi riuscito a dileguarsi tra la folla. Indaga anche la Digos

Momenti di grande apprensione ieri alla fermata Romolo della linea linea 2, dove un magrebino ha iniziato a inveire contro gli altri passeggeri chiamandoli «Infedeli». Per poi passare alle minacce «Ho un mitra vi ammazzo tutti» e infine è salito sul treno ed è sparito nel ventre della città. Allertati dai viaggiatori, sono interventi agenti della Polizia locale, la Polmetro e persino la Digos, perché di questi tempi non si sa mai. Interrogati, gli operatori di stazione hanno spiegato di aver visto quel tizio più volte in passato molestare i passeggeri senza mai passare alle vie di fatto.

L'allarme è scattato verso le 10 alla banchina della linea 2, treno in arrivo da Rho e diretto in centro. Scende trafelato le scale un magrebino di età indefinibile che, arrivato sul marciapiede, inizia a urlare come un matto. «Infedeli, infedeli» ha urlato rivolgendosi agli passeggeri in attesa. Poi non contento ha rincarato la dose e iniziato a strillare anche «Una mitra, a casa ho un mitra. Vedrete infedeli, la prossima volta giù scendo con quello e vi ammazzo tutti». Sul più bello del suo delirio però è arrivato il convoglio e il nordafricano è balzato dentro sparendo, ingoiato dal tunnel.

Minacce e insulti raccolti sia dai viaggiatori scesi alla fermata, e che l'hanno dunque incrociato mentre saliva, sia da qualcuno che ha preferito attendere il convoglio successivo anziché condividere la carrozza con questo sovreccitato individuo. Tutti sono rimasti qualche secondo indecisi sul farsi fino a quando, casualmente, sono scesi in banchina una paio di agenti della polizia locale. A quel punto i passeggeri hanno fermato gli agenti raccontando la stravagante sceneggiata a cui avevano appena assistito. Forse un innocuo squilibrato, ma di questi tempi è meglio verificare. Sono partite le telefonate in questura e dopo poco sul posto sono arrivati gli agenti della Polmetro e della Digos.

I poliziotti hanno sentito i testimoni a cominciare dagli operatori di stazione i quali hanno riferito che si, effettivamente non era la prima volta che quel tizio scendeva in metropolitana. Anzi se lo ricordano bene perché, sempre apparso piuttosto sovreccitato, è stato notato parlare da solo, inveire e gestiscolare. Ma soprattutto è stato visto più di qualche volta attraverso i monitor sbracciarsi, urlare e infastidire gli passeggeri mentre in banchina attendeva l'arrivo del treno. Senza per altro mai passare alle vie di fatto.

La vicenda merita dunque un approfondimento,

perché con quel che è successo melle scorse settimane in Francia c'è poco da scherzare. E non tranquillizza certo il fatto che si tratti di una persona solamente un po' «disturbata». Lo erano anche gli assassini di Parigi.

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