Il tragico incidente di ieri, ma anche quello della settimana scorsa in cui una ciclista di 66 anni è stata travolta e trascinata da una betoniera in Porta Nuova costringono a riflettere sulla mobilità milanese, che si dimostra sempre più pericolosa. Da un lato la commistione di tipologie di traffico che hanno regole, tempi ed esigenze diverse e che troppo spesso non riescono a convivere in sicurezza. Dall'altro la scarsa manutenzione stradale: i masselli di pavè dissestati e sporgenti e i binari morti sono trappole a cielo aperto. A questo si aggiunge il comportamento degli utenti della strada che spesso infrangono le regole, dai rossi bruciati, alla guida con il cellulare, alle strade imboccate contromano e vale per chi guida mezzi a motore ma anche per chi pedala. L' assenza di vigili e i pochi controlli sulle strade fanno sì che regni l'anarchia più totale. Non a caso Milano è la città più pericolosa della Lombardia, con quasi 25 incidenti ogni 10mila abitanti.
Le cause più frequenti? «Il mancato rispetto della distanza di sicurezza e la guida distratta (15,5%), il mancato rispetto della precedenza (14,6%) e dello stop (8,8%) e l'eccesso di velocità (8%)» si legge nel rapporto Polis Regione Lombardia.
«Bene ha fatto il sindaco Sala a proclamare il lutto cittadino - il commento di Geronimo La Russa presidente di Aci Milano - perché è doveroso fermarsi e riflettere sull'accaduto. Come Automobile Club Milano - ha concluso - ci siamo sempre impegnati e continueremo a farlo per affermare la sicurezza stradale». L'incidente «ci deve far riflettere non solo sulla sicurezza in generale del trasporto, e del trasporto pubblico in particolare, ma anche sull'interazione delle varie modalità di trasporto su territori particolarmente congestionati come quelli milanesi» per l'assessore lombardo a Trasporti e Mobilità sostenibili Claudia Maria Terzi. L'assessore ha parlato della «necessità, per esempio, di dividere i flussi di traffico, come dare delle sedi opportune per le biciclette, per i monopattini, che sono elementi ulteriori di complicazione di un traffico già complesso». Sicuramente c'è un tema di manutenzione stradale e la responsabilità da parte dell'amministrazione di rendere le piste ciclabili sicure, frequentate dai ragazzi. «Le piste spesso sono frammentate - osserva Terzi - elemento che le rende delle trappole, così non è sufficiente tracciare una riga per terra e mettere un simbolo per trasformare le carreggiate in ciclabili. Si tratta di interventi delicati che non possono essere eseguiti come spot elettorale, correndo dietro alle richieste di comitati e quartieri, ma vanno programmati e coordinati. Piuttosto facendo qualche chilometro in meno, ma fatto meglio. Non solo - conclude l'assessore - il sindaco Sala ha dimostrato di essere in grado di prendere decisioni difficili, come abbiamo visto per Area B, abbia il coraggio di trasformare un'intera corsia della carreggiata in ciclabile, rendendola sicura».
Con l'emergenza Covid era stato messo a punto un piano degli orari della città che
scaglionava gli ingressi di scuole, uffici e servizi. Si eliminava così l'affollamento nelle ore di punta a tutto vantaggio degli utenti dei mezzi e della strada. A costo zero per di più. Perchè non fare tesoro di quell'esperienza?
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